Matteo Salvini torna ancora una volta a parlare di auto elettriche e del possibile stop alle vendite delle endotermiche nel 2025. Il ministro delle Infrastrutture ha espresso le sue idee in un intervento recente in occasione della presentazione del Salone Auto Torino che si svolgerà il prossimo settembre.
Salvini ha ribadito i suoi dubbi per la scadenza imposta per il 2035. Aggiungendo che è impossibile pensare di dire davvero addio alle auto a benzina e diesel.
Salvini non crede nell’elettrificazione completa
Secondo Salvini pensare di dire no per sempre al motore termico non ha senso. Di più, il ministro ha definito questa scelta un vero suicidio. Matteo Salvini, parlando anche delle nuove elezioni europee si auspica che le fazioni che verranno elette rivalutino la proposta di elettrificare completamente la mobilità entro il 2035.
Il ministro ha parlato anche della questione degli incentivi. Nello specifico si è espresso sul nuovo Ecobonus che dovrebbe attivarsi proprio tra poche settimane. Salvini ha criticato la formulazione degli incentivi per i veicoli elettrici poiché a suo avviso il denaro investito non resta in Italia. La maggior parte dei modelli elettrici non sono italiani e nemmeno europei. Per lo più sono cinesi e il denaro per gli investimenti è lì che finisce.
Inoltre, il bonus, per Salvini, non viene investito in Italia perché nel nostro paese le auto elettriche hanno ancora un ruolo marginale. Per questo motivo, si chiede che senso ha investire un miliardo di denaro pubblico se questo finisce per lo più all’estero. Dunque, propone un’inversione di marcia radicale su questo argomento.
Il ministro si è anche espresso su una serie di altre questioni come ad esempio quella, ancora aperta, legata dell’abolizione del superbollo su cui promette che il Governo interverrà appena troverà le coperture economiche adeguate.
L’opinione di Salvini verso le auto elettriche è netta ed in netto contrasto con l’andamento generale. Mentre gli altri Paesi si impegnano nella diffusione delle auto elettriche, il ministro propone invece un passo indietro.