Il team di Google, lo scorso anno, ha impiegato il proprio impegno nello sviluppo di Chrome ha avviando una serie di analisi per comprendere come migliorare il browser con l’intelligenza artificiale. Da questi incontri è emerso che soprattutto i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) potevano essere utilizzati per creare modalità di navigazione più semplici e migliorate. Il primo passaggio è stato quello di comprendere come trasferire l’AI su Chrome per semplificare le operazioni quotidiane. Ad esempio, come usare le schede, leggere le pagine web e compilare moduli. Tutte le idee raccolte sono state trasformate nelle tre novità che stanno per arrivare su Chrome.
Applicare la tecnologia LLM a Chrome non è stato facile dal punto di vista ingegneristico. La vera sfiga per il team a lavoro è stata, dopo aver imparato come funzionava la tecnologia, comprendere come quest’ultima poteva essere trasformata in un prodotto che gli utenti del motore di ricerca avrebbero potuto sfruttare.
Anche la fase successiva non è stata semplice. La verifica del corretto funzionamento non è stata immediata come per le altre funzioni introdotte. Con i modelli linguistici di grandi dimensioni è importante considerare che questi funzionano con input. Dettaglio che, se da un lato rendono le ricerche più elastiche, dall’altro le rende anche più complesse ed insidiose. I risultati ottenuti dunque non sono binari, non è possibile procedere con “funziona oppure no”. È necessario considerare tutte le varianti in gioco come il tono e la lunghezza delle risposte e la loro specificità.
Il processo non ha scoraggiato il team di Google che continua a lavorare all’introduzione dell’AI su Chrome. Presto arriveranno le prime funzioni e potrebbero seguirne ancora tante altre nell’immediato futuro.