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Direttiva Case Green: verso edifici più sostenibili e efficienti

Entra in vigore la direttiva “Energy performance of building directive” (Epbd), nota meglio come Direttiva Case Green. Non si tratta di una normativa qualunque ma è un passo molto importante verso la sostenibilità e l’efficienza energetica nel settore dell’edilizia. segna un importante passo avanti verso la sostenibilità e l’efficienza energetica nel settore edilizio.

Questa direttiva cerca di perseguire un’obiettivo preciso, quale secondo voi? Per chi ha seguito l’andamento delle strategie governative degli ultimi tempi la risposta sarà ovvia. Si cerca di ridurre le emissioni dei gas serra ma in questo caso ci si concentra sui consumi energetici delle strutture, edifici, case o chicchessia. Al contempo la normativa promuove il passaggio all’uso di fonti energetiche rinnovabili e alla riduzione del consumo energetico in generale.

Sono fattibili gli obiettivi della nuova direttiva Case Green?

La direttiva prevede scadenze e obiettivi ambiziosi, per alcuni improbabili. Essa copre sia gli edifici pubblici che privati con tempistiche differenti a seconda della loro tipologia, ma con i medesimi obiettivi finali. Ad esempio, gli edifici pubblici dovrebbero divenire, in teoria, entro il primo gennaio del 2028 ad Emissione Zero

. Ce la faranno o è troppo “difficile”? C’è anche da considerare che sono coinvolte anche le strutture attualmente esistenti che dovranno migliorare le loro classi energetiche.  sia per gli edifici pubblici che per quelli privati.

Gli edifici privati, come detto, perseguono lo stesso scopo, ma hanno tempi più lunghi a disposizione. Le classi energetiche, ad esempio, possono essere migliorate passando alla E entro il 2030 e alla D entro il 2033. È prevista inoltre la realizzazione un “passaporto di ristrutturazione” (in digitale) che consentirà ai proprietari di pianificare gli interventi necessari per raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla direttiva. Tra le disposizioni della direttiva vi è anche l’obbligo per tutti i nuovi edifici arrivare alla non produzione di emissioni entro circa 6 anni, adoperando pannelli solari, fotovoltaici o altri metodi energetici. Restano esclusi dalla direttiva gli edifici di culto, le strutture temporanee e gli edifici valore storico o artistico.

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Pubblicato da
Rossella Vitale