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Pubblicità nei videogiochi? Presto una realtà

Durante l’ultima call sugli utili di EA, Andrew Wilson, CEO dell’azienda, ha confermato che stanno valutando la possibilità di introdurre la pubblicità nei videogiochi AAA tradizionali. Ovvero si tratta dei giochi venduti a circa 80euro. L’idea di procedere con questa nuova strategia è nata con lo scopo di potenziar la crescita di EA. Al momento sappiamo che il team di esperti dell’azienda sta lavorando per trovare modalità non invasive per integrare la pubblicità all’interno dei propri videogiochi.

EA vuole integrare la pubblicità sui suoi videogiochi

Non è la prima volta che viene sollevata suddetta questione. EA ha già provato, con alcune esperienze passate, ad introdurre la pubblicità nei propri prodotti videoludici. Nel 1978 in “Adventureland” si promuoveva già il suo seguito. Nel 1983, invece, è avvenuto con “Tapper” sponsorizzato da Anheuser-Busch. È successo anche con alcuni titoli più recenti, come ad esempio, “Need for Speed: Underground 2” che ospitava alcuni marchi reali.

Sulla stessa scia, nel 2006, EA aveva annunciato un impegno verso l’introduzione di pubblicità dinamiche all’interno dei videogiochi. In questo caso si parlava di titoli come “Need for Speed Carbon” e “Battlefield 2142”. Un esempio ancor più concreto è “Burnout Paradise” del 2008 che includeva alcuni annunci politici legati alla campagna presidenziale di Barack Obama.

Queste però avevano sollevato diverse critiche a causa degli spot che risultavano decisamente ingombranti all’interno dei videogiochi. Un esempio concreto erano gli annunci a schermo intero della serie TV “The Boys” in UFC 4. In questo caso EA mira ad introdurre la pubblicità in un modo che possa arricchire l’esperienza di gioco dei suoi utenti senza però infastidirli.

Dunque, nonostante il possibile malcontento che può nascere da questa decisione, EA punta ad un’integrazione che sia rispettosa e che possa essere accettata dalla sua community. È però importante sottolineare che questo tipo di interventi sui videogiochi, che gli utenti pagano già un prezzo elevato, se gestiti male possono portare a reazioni molto negative, come nel caso di “Helldrivers 2” con Sony.

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Pubblicato da
Margareth Galletta