Per quasi due decenni, gli scienziati dell’osservatorio di Parkes, in Australia, hanno dovuto affrontare un mistero che ha catturato la loro attenzione: segnali misteriosi che continuavano a essere captati dal loro radiotelescopio. Questi segnali, chiamati “perytons“, sono comparsi per la prima volta nel lontano 1998, e per un bel po’ di tempo si pensava che fossero causati da fenomeni atmosferici o da disturbi elettromagnetici.
La verità è emersa solo di recente, quando è stato installato un nuovo ricevitore nel 2016. Si è scoperto che questi segnali provenivano da una fonte molto più terrena di quanto ci si potesse aspettare: i forni a microonde. Sì, hai letto bene. L’enigma dello spazio si è rivelato essere il risultato delle attività quotidiane della cucina dell’osservatorio.
In sostanza, ogni volta che il personale interrompeva il ciclo di riscaldamento anticipato del cibo, il radiotelescopio catturava questi segnali a 2.4 GHz, la frequenza tipica dei forni a microonde. Questo spiega perché i segnali erano rari e si manifestavano solo durante il giorno, quando il personale era presente e utilizzava il forno.
Questa scoperta ha sollevato alcune riflessioni interessanti sulle sfide che gli astronomi devono affrontare. A volte, le attività quotidiane più banali possono creare interferenze che sembrano essere di origine celeste. Questo episodio dell’osservatorio di Parkes non è isolato; altri osservatori hanno sperimentato problemi simili, dimostrando quanto sia difficile separare i segnali astronomici dal rumore terrestre.
Fortunatamente, ci sono soluzioni in vista. Progetti come l’Australian Square Kilometre Array Pathfinder in Australia Occidentale stanno aprendo la strada a un futuro in cui l’astronomia potrà essere condotta in luoghi “radio silenziosi“, liberi da interferenze umane. Questo consentirà agli scienziati di esplorare l’universo senza essere disturbati da segnali indesiderati.
L’episodio dei “perytons” dell’osservatorio di Parkes è un chiaro esempio di come anche le situazioni più insolite possano avere una spiegazione molto più semplice di quanto sembri. Ma, al di là di questo, ci ricorda anche quanto sia importante considerare l’impatto delle attività umane quando si studiano i segnali provenienti dal cosmo.