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Auto in Italia, il settore chiede un intervento urgente del Governo

Il momento sembra essere abbastanza difficile per il settore auto italiano, con una promessa che non è stata ancora mantenuta: quella degli incentivi. Questi erano stati promessi a febbraio ma ancora non se ne vede l’ombra ed è per questo motivo che è arrivato un appello per un intervento che arrivi a sostenere in maniera urgente la filiera. A richiederlo sono state ANIASA, Federato, Motus-E, UNRAE e ANFIA.

Le associazioni hanno mostrato fin da subito un problema: c’è troppa incertezza e allo stesso tempo non c’è una prospettiva chiara.

Negli ultimi anni, una politica incentivante ha generato grande incertezza, portando il mercato automobilistico italiano a presentare una discrepanza nel mix di alimentazioni rispetto ad altri grandi Paesi europei. In questi Paesi, industria e consumatori godono di una visione chiara sulle agevolazioni. In Italia, invece, la normativa sull’Ecobonus è stata cambiata quattro volte dal 2020 e spesso gli annunci non sono stati seguiti da una rapida attuazione delle misure, con i risultati che abbiamo visto negli ultimi mesi

.”

Con le auto aziendali si può dare una spinta al mercato

Le varie associazioni implicate in questa sorta di richiesta di aiuto sostengono che il mercato dell’usato di qualità possa ottenere grossi sviluppi agendo sulle auto aziendali. È proprio in questo modo che le persone possono avvicinarsi alle nuove tecnologie, in modo da contribuire in maniera importante ad aggiornare il parco italiano delle auto circolanti.

L’intervento si concentra sull’aumento delle percentuali di deducibilità dei costi per l’acquisto, il leasing finanziario e il noleggio, calibrato in base alle emissioni di CO2. Inoltre, prevede un incremento del limite di costo massimo fiscalmente riconosciuto per ciascun metodo di acquisizione. I costi di questa misura sono minimi rispetto ai notevoli benefici che comporterebbe, stimolando la diffusione della mobilità a zero e basse emissioni e premiando le imprese e i lavoratori che adotteranno queste tecnologie.”

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Pubblicato da
Felice Galluccio