News

Rabbit R1: confermate le perplessità emerse sul dispositivo

Rabbit R1, il dispositivo d’assistenza con l’AI continua a generare discussioni e perplessità nel settore. Nonostante le grandi aspettative nate al momento del suo lancio, infatti, sembra che sia diventato uno dei sistemi maggiormente messi in discussione di questi ultimi mesi. La critica principale che viene mossa al Rabbit R1 si focalizza sulla necessità o meno di offrire le sue funzioni in un dispositivo che sia allinone. Secondo molti, infatti, sarebbe stato possibile ridimensionare il progetto rendendolo una semplice applicazione.

Le principali perplessità riguardo Rabbit R1

A tal proposito l’azienda ha commentato l’accaduto affermando che il livello di personalizzazione ed anche i servizi offerti non potrebbero funzionare scollegati dal dispositivo ed installati su uno smartphone. Il motivo è molto semplice, l’azienda ha progettato il Rabbit R1 per funzionare solo con il suo firmware personalizzato.

Nonostante quanto dichiarato, alcune realtà come ad esempio, iFixit, hanno sollevato ulteriori perplessità riguardo il dispositivo e hanno approfondito la sua costruzione

. Non sono i soli intenzionati ad intervenire in tal senso. Il noto YouTuber JerryRigEverything ha deciso di smontare completamente il Rabbit R1 per valutarne la costruzione e le sue componenti. Dopo un’attenta riflessione ha poi dichiarato che le proprie conclusioni non sono diversa da quelle di iFixit.

Lo smontaggio del dispositivo, dunque, si è dimostrato piuttosto semplice. Una volta rimossa la cover posteriore si ha accesso ad un chassis con pochi componenti. Questo elemento dimostra che sarebbe stato possibile ottimizzarne anche le dimensioni. Tra le componenti troviamo connettore da disconnettere, speaker, rotella di controllo e la batteria da 1.000 mAh. A concludere il tutto c’è una piccola scheda madre che dimostra un errore di valutazione dell’azienda Rabbit.

Dunque, suddette testimonianze si aggiunto a quelle già raccolte e sembrano confermare che il dispositivo R1 poteva essere una semplice applicazione, nonostante l’azienda continui ad escludere categoricamente questa eventualità.

Condividi
Pubblicato da
Margareth Galletta