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La sfida dell’industria automobilistica: Europa in bilico di fronte alla Cina

Le case automobilistiche europee stanno attraversando una fase critica, trovandosi sempre più sotto pressione dalla concorrenza della Cina. Non solo nel segmento delle auto elettriche ma anche in quello dei motori a combustione. Pierluigi Bonora, direttore di ACI Radio, di recente ha espresso il suo punto di vista in un giornale. Egli ha sottolineato come l’adozione forzata dell’auto elettrica, accelerata dalla pandemia e sostenuta politicamente dall’Unione Europea, abbia spinto i costruttori occidentali a concentrare i loro sforzi in questa direzione. Ma, questa strategia ha avuto come effetto collaterale una riduzione degli investimenti nei motori endotermici, tradizionale cavallo di battaglia delle aziende europee.

Cina alla riscossa, una competizione difficile da combattere

Secondo Bonora, l’industria automobilistica del Vecchio Continente ha investito circa 616 miliardi di dollari fino al 2027 per competere nel mercato delle auto a batteria. Lasciando però sguarnito il fronte dei motori tradizionali. La Cina, invece, hanno saputo sfruttare questa debolezza a suo vantaggio. Ha infatti aperto nuove fabbriche in Europa, come quella di BYD in Ungheria. Ma ha anche sviluppato modelli con motorizzazioni endotermiche avanzate, ibridi ricaricabili e GPL. Questa strategia permette ai produttori cinesi

di penetrare anche in quei segmenti di mercato che erano sempre stati dominati dai costruttori europei.

Un esempio della superiorità tecnica raggiunta dalla Cina è il motore diesel prodotto da Weichai. Quest’ultimo vanta un’efficienza record, riuscendo a superare i livelli di performance dei motori europei, da anni leader in questo campo. Bonora avverte quindi che questa “doppia offensiva” cinese sta mettendo in seria difficoltà i concorrenti occidentali. I quali sembra abbiano sottovalutato la rapidità e l’ampiezza della crescita tecnologica asiatica. Secondo il direttore la crisi attuale è in gran parte responsabilità delle stesse case europee, che per troppo tempo hanno trascurato il proprio know-how nei motori a combustione interna. Concentrandosi esclusivamente sull’elettrificazione.

Insomma per i costruttori europei si prospettano tempi difficili se non riusciranno a riequilibrare i loro investimenti tra motori elettrici e tradizionali. La competizione con i produttori cinesi richiede una risposta rapida e decisa per evitare di perdere ulteriori quote di mercato.

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Pubblicato da
Ilenia Violante