Una delle piaghe maggiormente presenti nella vita digitale di tutti gli utenti e senza alcun dubbio costituita dalle truffe online, esistono tantissime tipologie di frodi digitali e l’obiettivo comune di queste ultime è quello di sottrarre dati sensibili alle vittime o peggio ancora denaro dai loro conti correnti.

Ovviamente ad essere preoccupati a riguardo non sono solamente gli utenti ma anche le aziende direttamente coinvolte, una di queste è Revolut la quale ha sottolineato come come la maggior parte delle truffe online prenda il via grazie ai social di Meta, i quali costituiscono la maggior parte delle piattaforme di partenza per una truffa e da sole costituiscono anche la gran parte delle piattaforme attraverso le quali una truffa ha successo.

Ecco dunque perché a seguito del crescente aumento delle truffe online, la nota società bancaria ha lanciato un allarme direttamente ai piani alti europei esortando a prendere la situazione in mano per cercare di tamponare un problema che sta diventando sempre più grande e incontrollabile.

 

Revolut lancia un messaggio diretto

La nota azienda bancaria ha lanciato dunque un messaggio diretto tramite un comunicato stampa che recita: “Nel 2023, la Commissione Europea ha presentato nuove proposte legislative che includono il Regolamento sui servizi di pagamento (PSR), volto a introdurre misure con cui le banche possano combattere le truffe legate all’impersonificazione dei dipendenti bancari. Gli Stati membri dell’UE stanno ora cercando di finalizzare la loro posizione su come dovrebbero essere le norme a livello UE per la prevenzione e l’individuazione delle frodi, agendo come co-legislatori insieme alla Commissione Europea e al Parlamento Europeo.Revolut chiede quindi alle istituzioni locali e dell’UE di fare di più per contribuire a contrastare le frodi alla fonte, ovvero principalmente le piattaforme di social media, piuttosto che concentrarsi solo sulle truffe di furto d’identità dei dipendenti bancari. I dati di Revolut mostrano infatti che le truffe di furto d’identità hanno rappresentato solo il 4% di tutti i casi di frode autorizzati nel 2023“.

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