Nel corso della monumentale esercitazione militare congiunta tra la Cina e le truppe cambogiane, il mondo è stato testimone di una scena diretta da un romanzo distopico: cani robotici armati fino ai denti con mitragliatrici.
I robodog da guerra, armati fino alle zanne
Questi impressionanti robodog sono stati svelati durante l’evento denominato “Golden Dragon“, un’ampia esercitazione della durata di 15 giorni tenutasi in un remoto centro di addestramento nel cuore della Cambogia e lungo la sua costa.
Gli osservatori presenti hanno seguito con incredulità il personale militare cinese mentre passeggiava con questi quadrupedi meccanici, ma, per fortuna, senza attivare mai le armi montate sul loro dorso. Questa presentazione offre un sinistro assaggio di ciò che potrebbe diventare il panorama futuro dei conflitti armati.
Gli esperti da tempo mettono in guardia sull’impiego di droni armati o dei cosiddetti “robot killer“, specialmente se autonomi, sottolineando il dilemma etico che tali tecnologie pongono e che dovrebbe portare a una loro messa al bando a livello internazionale sui campi di battaglia.
Nonostante queste avvertenze, le forze militari e le autorità locali, soprattutto negli Stati Uniti, continuano a investire in tali tecnologie, giustificando tali decisioni con l’argomentazione che potrebbero effettivamente salvare vite umane. Ma l’utilizzo di robot armati non è una novità.
Ma non tutti vogliono combattere
Lo scorso anno, il Pentagono ha fatto sapere che l’esercito statunitense sta valutando l’opzione di dotare cani robot telecomandati di fucili all’avanguardia, come parte di una strategia per “esplorare il possibile” nel campo dei combattimenti futuri (precedentemente era già stato mostrato un robodog a 4 zampe con lanciafiamme).
Un’azienda appaltatrice militare statunitense, Ghost Robotics, ha già presentato un modello di cane robotico provvisto di un fucile a lunga gittata. Al contrario, Boston Dynamics, famosa per il suo Spot Mini, ha assunto una posizione ferma contro la militarizzazione dei suoi robot. Attraverso una lettera aperta, l’azienda ha dichiarato: “Promettiamo che i nostri robot avanzati a mobilità generale non saranno equipaggiati con armamenti, né supporteremo chiunque intenda farlo.”
Mentre il mondo assiste con meraviglia e inquietudine all’avanzamento della tecnologia militare, resta fondamentale ponderare attentamente le implicazioni etiche e strategiche di un simile sviluppo, che potrebbe plasmare in modo irreversibile il futuro dei conflitti globali.