La Lega Serie A ha avviato un’azione legale contro CloudFlare. Un colosso statunitense nel settore informatico, accusandolo di agevolare la pirateria delle trasmissioni televisive delle partite di calcio. La denuncia è stata presentata al Tribunale di Milano. Essa sostiene che Cloud Flare fornisca strumenti e servizi che permettono agli utenti di eludere le misure anti-pirateria imposte dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AgCom). Mettendo così in difficoltà gli sforzi della Lega per combattere il fenomeno del “pezzotto“. Questo termine in gergo si riferisce alla pratica illegale di trasmettere eventi sportivi in streaming senza autorizzazione. Causando, di conseguenza, enormi perdite economiche all’intero settore.
Le accuse della Lega Calcio non si fermano qui
Nel ricorso, depositato il 3 aprile, la Lega Serie A sostiene che CloudFlare offre servizi come la VPN gratuita e la gestione autonoma del DNS. Questi ultimi consentirebbero ai pirati di nascondere la loro attività e di continuare a operare in modo anonimo. Tali strumenti permettono di bypassare lo scudo antipirateria di AgCom. La quale mira proprio a bloccare l’accesso ai siti illegali entro 30 minuti dall’inizio delle trasmissioni. Ma l’ accusa della Lega non si ferma qui. Si è infatti anche denunciato il fatto che Cloud Flare non solo fornisca un rifugio sicuro a coloro che svolgono tali operazioni illegali, ma anche ai loro clienti. Aggravando ancora di più la situazione.
Viene inoltre evidenziato come CloudFlare rifiuti di collaborare con le forze dell’ordine. Non condividendo i log di connessione che potrebbero identificare gli abbonati alle pay-TV illegali. Questa mancanza di collaborazione ostacola significativamente gli sforzi per contrastare la pirateria. La LegaCalcio, a tal proposito, ha ripetutamente sottolineato che questa attività causa un danno economico di 1,7 miliardi di euro l’anno e la perdita di 10.000 posti di lavoro. In più, danneggia i club calcistici. Riducendo le loro capacità finanziarie per competere nelle competizioni europee e investire nei giovani talenti.
Insomma la battaglia legale si preannuncia complessa. La decisione finale spetterà al Tribunale di Milano, che dovrà valutare se avviare un’indagine formale. Nel frattempo, il problema della pirateria resta una sfida ardua per l’intero settore delle trasmissioni sportive.