Come detto, l’architettura AI pensata dall’azienda cinese è strutturata su quattro livelli. Il livello 1 è quello più basso, fino ad arrivare al quarto che invece è quello più alto. L’obiettivo dell’azienda è quello di integrare l’intelligenza artificiale in MagicOS. Vediamo nel dettaglio la struttura ideata da Honor.
Al primo livello dell’architettura ideata dall’azienda cinese troviamo l’AI cross–device e cross–OS. Quest’ultima sarà la base di un ecosistema aperto che permetterà la condivisione della potenza di calcolo e dei servizi tra i dispositivi ed i sistemi operativi.
Il secondo livello, invece, comprende l’AI a livello di piattaforma. Alla base di ciò troviamo un OS personalizzato che permette di realizzare un’integrazione “intenzionale” tra l’uomo e la macchina. Il terzo
invece è l’AI a livello di App. Ed infine al vertice troviamo il livello Interface to Cloud–AI services. In questo caso gli utenti avranno la possibilità di accedere in modo molto più semplice ai servizi di cloud. Il tutto nel rispetto totale della loro privacy.Riguardo ciò, Honor ha spiegato che in MagicOS 8.0, Magic Portal rappresenta il primo esempio di un’interfaccia che si basa sull’intenzione. Quest’ultima sarò in grado di comprendere le scelte dei suoi utenti in modo del tutto nuovo. Al momento Magic Portal supporta 100 app, in 7 scenari diversi. Nel dettaglio sono social media, messaggi, intrattenimento, viaggi, ricerca, shopping e produttività.
Nel progetto AI di Honor sono ovviamente compresi i prossimi 200 e 200 Pro. I due modelli sono pronti per il debutto con una doppia presentazione. Il 27 maggio in Asia. Mentre il 12 giugno a livello globale. Nel caso dei nuovi smartphone l’AI verrà sfruttata in ambito fotografico come con Studio Harcourt. Quest’ultimo sfrutta l’intelligenza artificiale per suddividere il processo di fotografia di ritratto in nove fasi. In questo modo viene ricreato un effetto di luce e ombra proprio come in uno studio.