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OpenAI: perché lo scorso novembre Altman fu licenziato?

Nel novembre dello scorso anno, OpenAI ha vissuto uno dei momenti più tumultuosi della sua storia con il licenziamento ed il rapido ritorno del suo CEO, Sam Altman. Tale episodio è ora stato l’oggetto di discussione del podcast The TED AI Show, dove l’ex membro del consiglio di amministrazione della società, Helen Toner, ha descritto il suo punto di vista su quel che accadde e su ciò che portò ad una serie di eventi poco gradevoli.

Secondo Toner una delle principali cause del mancato rinnovo della fiducia nel cda verso Altman è stata la sua non divulgazione del possesso del fondo OpenAI Startup. A quanto pare, poi, Altman avrebbe fornito informazioni inesatte sui processi di sicurezza interni all’azienda. Oltre questo, da quanto detto dalla stessa Toner, Altman l’avrebbe presa di mira dopo la pubblicazione di una ricerca da lui non gradita. Altman avrebbe anche mentito, a quanto pare, agli altri membri del consiglio proprio per escludere Toner.

Altman non sarebbe proprio un CEO esemplare

Le accuse gravi al CEO non sono finite. Sembra anche che il lancio di ChatGPT sia avvenuto di nascosto al cda. Questo avrebbe appreso addirittura il rilascio da alcuni post su Twitter

e non da Altman come dovrebbe solitamente accadere. Il consiglio è stato dunque spinto a licenziarlo. Due dirigenti di OpenAI hanno addirittura raccontato l’esistenza di una situazione tossica in azienda, con abusi psicologici mostrando le prove delle menzogne di Altman.

Il ritorno quasi immediato di Altman è richiesto poi un membro del cda e supportato anche da Microsoft, il principale investitore in OpenAI. Perché farlo tornare dopo tali accuse? I motivi del suo ritorno sarebbero stati la presentazione ai dipendenti di due opzioni, di cui una ovviamente non papabile. La prima era riassumere Altman e la seconda far affondare l’azienda. L’uomo ha un passato lavorativo pessimo, non sono solo dicerie. Ci sono precedenti licenziamenti e segnalazioni per comportamento ingannevole, ma oltre il 95% dei dipendenti, inclusa la dirigenza, ha chiesto il suo reintegro come CEO.

Il presidente del consiglio di OpenAI, Bret Taylor, ha poi risposto alle dichiarazioni di Toner, esprimendo la delusione del cda e sottolineando che la decisione di estromettere Altman non è stata basata su preoccupazioni relative alla sicurezza del prodotto o sugli altri motivi elencati. Chi avrà ragione? Di certo il presidente del consiglio non potrebbe andare mai contro il suo stesso CEO.

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Pubblicato da
Rossella Vitale