Facebook: ecco che succede se si cerca Se si cerca la dicitura “shrimp Jesus” su Facebook, apparirà una serie di immagini di crostacei, rappresentati con le sembianze di Gesù, creati dall’intelligenza artificiale. Alcune di queste immagini iperrealistiche hanno accumulato oltre 20.000 like e commenti. Ma cosa si cela dietro questo fenomeno?

La teoria del “dead internet” fornisce una spiegazione intrigante: i contenuti generati da intelligenza artificiale e bot stanno superando quelli creati dagli esseri umani su internet. Secondo questa teoria, la maggior parte delle attività e dei contenuti online, inclusi i post sui social media, è prodotta da agenti AI. Quest’ultimi possono velocemente creare post ed immagini create con lo scopo di generare interazioni su piattaforme come Facebook, TikTok ed Instagram.

Cosa cambia l’arrivo dell’AI su Facebook?

Il fenomeno di “shrimp Jesus” rappresenta l’ultimo esempio virale di un mix bizzarro tra assurdità e iconografia religiosa, sfruttato dall’AI per ottenere visibilità. E non è tutto. La teoria del “dead internet” va oltre. Diversi account che interagiscono con tali contenuti sembrano anch’essi gestiti da agenti AI. Suddetto processo genera un vero e proprio ciclo vizioso di interazioni artificiali senza un’agenda chiara.

Le motivazioni dietro tali account potrebbe sembrare evidente: l’engagement sui social media porta a ricavi pubblicitari. Ci sono però alcuni utenti che temono che dietro suddetta facciata si nasconda una sofisticata strategia di propaganda. Quest’ultima avrebbe il compito di sostenere regimi autocratici, attaccare oppositori e diffondere disinformazione.

Già nel 2018, uno studio ha analizzato 14milioni di post su X, scoprendo che i bot erano coinvolti nella diffusione di articoli da fonti inaffidabili. Suddetto tipo di manipolazione è stato osservato anche dopo eventi di grande portata, come ad esempio le sparatorie di massa negli Stati Uniti, o anche le recenti campagne di disinformazione pro-Russia.

Il problema è amplificato dall’avanzamento dell’intelligenza artificiale generativa. Quest’ultima, infatti, migliora la qualità dei contenuti fake. Le piattaforme di social media, Facebook in primis, stanno cercando di affrontare l’uso improprio dell’AI, ma la battaglia è ancora lontana dalla fine. Mentre le piattaforme di social media lottano per contrastare tali abusi, la teoria del “dead internet” incoraggia tutti gli utenti ad essere più critici e consapevoli riguardo alle notizie e ai contenuti che circolano online.

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