Le auto termiche spariranno prima del 2035? Le auto termiche pure (non dotate di alcun tipo di ibridazione) stanno per affrontare tempi decisamente duri. I nuovi limiti relativi alle emissioni di CO2, il cui arrivo è previsto già a partire dall’anno prossimo, potrebbero, infatti, compromettere il futuro di tali vetture portandole alla scomparsa. Il punto di partenza sarà il 2025, anno in cui scatterà la prima restrizione. Il limite si abbassa del 15% arrivando a 93,6 grammi al chilometro. Si tratta di una riduzione considerevole rispetto alle emissioni del 2021, e determinerà la sparizione di diverse auto termiche sia a benzina che a diesel. E non solo. Potrebbero, infatti, essere coinvolte anche alcune vetture ibride leggere.

Quale sarà il futuro delle auto termiche?

La vera svolta, in negativo, per tali vetture, si concretizzerà nel 2030. Si tratta dell’anno in cui scatteranno gli ultimi limiti previsti che condurranno al ban di benzina e diesel. Secondo quanto previsto potranno circolare solo le automobili plugin hybrid dotate di un motore termico che funzioni insieme ad uno elettrico. Si tratta di veicoli con emissioni intorno ai 50/60 g/km, valori che nel giro di sei anni potrebbero ulteriormente diminuire.

C’è però una clausola che potrebbe salvare le auto termiche. Quest’ultime potranno essere ancora vendute a patto che vi sia un numero maggiore di vendite che riguarda i veicoli elettrici. In questo modo sarà possibile compensare le emissioni di CO2 prodotte. Nello specifico si parla di 2/3 BEV per 1/3 di vetture ICE. Quest’ultime potranno dunque continuare ad essere prodotte almeno fino al 2035 data in cui entrerà in vigore il limite 0 g/km di emissioni per ogni auto prodotta. Dunque, a quel punto andranno avanti solo vetture full electric.

Secondo quanto affermato, dunque, a mantenere in vita le auto termiche saranno quelle green. È però importante sottolineare che la diffusione delle vetture elettriche in Europa è ancora lontana dal 66,6% previsto per attuare lo scenario appena illustrato. Secondo i dati presentati da ACEA sembra che al momento la percentuale si aggiri piuttosto intorno al 15%.

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