Il disastro di Fukushima Dai-ichi è indimenticabile, ma le sue conseguenze possono essere ridotte grazie ai robot pulitori
Il disastro di Fukushima Dai-ichi è indimenticabile, ma le sue conseguenze possono essere ridotte grazie ai robot pulitori

Dopo il disastro del 2011 a Fukushima Dai-ichi, i robot sono diventati i migliori amici degli operatori che lavorano per ripulire la centrale nucleare devastata. Queste macchine hanno letteralmente svolto il lavoro sporco, esplorando zone pericolose e riducendo al minimo l’esposizione umana alle radiazioni.

 

Un nuovo robot per lo smaltimento dei detriti radioattivi

E ora sembra che ci sia un nuovo arrivato nel mondo dei robot di Fukushima: uno che potrebbe davvero fare la differenza. La Tokyo Electric Power Company Holdings, responsabile della pulizia della centrale, ha promesso di portare un nuovo robot che sarà in grado di rimuovere i detriti di combustibile fuso entro la fine dell’anno.

La dimostrazione di questo robot si è svolta al cantiere navale delle Mitsubishi Heavy Industries a Kobe, dove il robot ha fatto bella mostra di sé, calandosi su un mucchio di ghiaia e raccogliendo un campione con le sue pinze. È un passo avanti significativo, che offre speranza di progresso nella complessa opera di pulizia.

Finora, per le operazioni di pulizia, gli operatori hanno sfruttato principalmente il robot Spot, che ha svolto un lavoro incredibile nel raccogliere dati e campioni. Anche i droni sono stati utilizzati, ma hanno il loro lato negativo: sollevano polvere e detriti, aumentando il rischio di contaminazione.

Questo nuovo robot potrebbe quindi essere una svolta importante. Offre un modo più sicuro ed efficiente per gestire i detriti altamente radioattivi presenti nei reattori danneggiati. Con circa 880 tonnellate di combustibile nucleare fuso ancora all’interno dei tre reattori, c’è ancora molto lavoro da fare.

 

Un processo lungo ma costante, per un mondo più pulito

Il governo e la TEPCO hanno pianificato di completare la pulizia entro 30-40 anni, ma tutti sanno che sarà una sfida monumentale. I danni nei reattori sono diversi, così come le condizioni in cui si trovano. Ma con l’aiuto di questo nuovo robot, potremmo essere un passo più vicini alla meta.

Mentre continuiamo a navigare attraverso le sfide e le difficoltà del processo di smantellamento di Fukushima, è incoraggiante vedere l’innovazione che sta emergendo. Questo nuovo robot potrebbe essere esattamente ciò di cui abbiamo bisogno per accelerare il ritmo e portare avanti il lavoro di recupero.

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