Instagram gioca duro e impone ai suoi utenti l'utilizzo dei loro dati nell'addestramento delle AI di Meta
Instagram gioca duro e impone ai suoi utenti l’utilizzo dei loro dati nell’addestramento delle AI di Meta

Instagram, il gigante dei social media di proprietà di Meta, ha confermato ufficialmente ciò che molti sospettavano già: utilizzerà i contenuti generati dagli utenti per addestrare le sue intelligenze artificiali generative. Nel corso del weekend, diversi utenti hanno ricevuto email di notifica da Instagram, informandoli della nuova politica. Anche noi in redazione abbiamo ricevuto tali comunicazioni, segno che l’avvio di questa pratica è in corso, sebbene non sia ancora giunto a tutti gli utenti.

 

Instagram e l’addestramento della sua AI

Secondo Meta, i dati generati dagli utenti, come foto, video, commenti e descrizioni, saranno utilizzati per addestrare le AI di Instagram. Tutto ciò avverrà sotto il principio legale del “legittimo interesse” previsto dal GDPR. Ma la normativa europea rimane vaga su questo punto e non è chiaro fino a che punto l’iniziativa di Meta sia legittima o contestabile.

Per adempiere ai requisiti del GDPR, Meta è tenuta a fornire agli utenti europei la possibilità di opporsi a questo tipo di elaborazione dei loro dati. Il processo per farlo è però tutto tranne che semplice. Gli utenti non possono semplicemente premere un pulsante; devono compilare un modulo che include domande complesse sul perché l’elaborazione dei dati tramite AI potrebbe avere un impatto negativo su di loro.

Instagram richiede agli utenti di spiegare dettagliatamente in che modo l’elaborazione dei loro dati da parte delle AI li danneggi. Inoltre, sembra che l’esclusione non sarà automatica, ma valutata caso per caso, senza chiare specifiche su chi prenderà tali decisioni e in base a quali criteri.

 

Cosa ne pensa l’Unione Europea?

La reazione della Commissione Europea a questa pratica di Meta sarà cruciale. In passato, l’UE ha dimostrato una forte volontà di far rispettare il GDPR, prendendo posizione a favore degli utenti contro le grandi aziende tecnologiche. Resta da vedere se questo nuovo sviluppo verrà valutato positivamente o se saranno necessarie azioni correttive per garantire il rispetto delle normative sulla privacy dei dati.

 

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