A partire dal 19 luglio 2023, sono entrati in vigore i nuovi termini del programma di assistenza e riparazione offerto da KMT Wireless, LLC, operante sotto il nome commerciale di Cynergy. Tale servizio è parte di un contratto con Google LLC e le sue affiliate e controllate.
Uno dei punti salienti e più controversi dei termini presentati è il punto D.4, che riguarda l’utilizzo di parti non autorizzate. Secondo quanto riportato, un dispositivo Google con componenti non autorizzate, se mandato in riparazione, non verrà più restituito.
Suddetta posizione ha sollevato numerose polemiche tra gli utenti. Molti sono rimasti perplessi, soprattutto alla luce di procedure simili adottate anche da Samsung. Recentemente, l’azienda coreana, infatti, ha interrotto la collaborazione con iFixit, portando alla luce un contratto che obbligava le officine di riparazione a distruggere, e non restituire, gli smartphone Galaxy con parti non originali.
A seguito delle proteste, Google ha dichiarato che il punto D.4 verrà modificato. La nuova versione specificherà che, in presenza di parti non autorizzate o non originali, il dispositivo non verrà distrutto, ma semplicemente restituito all’utente. Google giustifica questa necessità facendo riferimento a problemi di sicurezza.
È interessante notare che la versione italiana dei “Termini e condizioni del Programma di riparazione” non prevede le stesse condizioni. Il punto D.5 recita infatti che, se gli utenti inviano dispositivi con componenti non autorizzate, CTDi restituirà il dispositivo senza effettuare alcuna riparazione.
Suddetta discrepanza solleva la questione se si tratti di una semplice differenza di traduzione o se ci siano effettivamente diverse politiche a seconda del Paese. In Italia, la situazione appare chiara: se un dispositivo Pixel viene inviato in riparazione e contiene componenti non originali, verrà restituito senza costi aggiuntivi per l’utente. La società responsabile delle riparazioni in Italia è Regenersis (CTDi) di Varsavia.