A causa di un problema ormai ben noto a tutti agli airbag Takata, circa 600.000 auto Citroen sono state richiamate e ai guidatori è stato ordinato di non utilizzarle. Nel comunicato inviato ai proprietari delle vetture, la società ha specificato con chiarezza che il rischio, nel caso usassero le auto, sarebbe grave e che questo potrebbe portare a lesioni gravi se non alla morte. L’ansia tra la clientela è salita alle stelle ed in breve si son trovati senza avere più un veicolo con cui spostarsi.
Dopo giorni di critiche e tensioni, la Stellantis, gruppo di cui la Citroen fa parte, ha finalmente annunciato che stanno per attivare 25.000 auto sostitutive. L’azienda cerca evidentemente di migliorare la situazione, peccato che le vetture richiamate siano molte molte di più.
Perché le Citroen sono state richiamate? Cosa c’è di tanto grave?
I dettagli sulle problematiche cominciano ad emergere, specificando il perché gli airbag sarebbero difettosi e in quali condizioni si mostrerebbero i malfunzionamenti. Pare che questi abbiano una particolare sensibilità al caldo e all’umidità. L’esposizione a tali fattori aumenta il rischio per i proprietari, soprattutto per coloro che vivono in zone calde e afose. Considerando che l’estate è imminente e che il caldo già si fa sentire, la preoccupazione sale ancor di più. In Francia, il richiamo ha specificamente coinvolto tutte le Citroen C3 e DS3 prodotte tra il 2009 e il 2019 appartenenti ai proprietari residenti a sud della linea Clermont-Ferrand/Lione.
Il fatto che però il richiamo sia stato così mirato ha portato in molti a mettere in discussione l’efficacia e la logica della strategia della Citroen nel proteggere i propri guidatori. In Italia, invece, il richiamo riguarda tutti i proprietari di C3 e DS3. Non c’è alcuna distinzioni basate sulla zona di residenza. La Citroen ora si trova sotto una crescente pressione e la gestione della problematica non sta andando esattamente per il senso giusto. Adesso dovrà anche tener conto delle critiche riguardanti i limiti geografici e la carenza di veicoli sostitutivi.