Open AI e Google, lettera dei dipendenti: più sicurezza e regole

È stata pubblicata ufficialmente una lettera aperta in cui alcuni dipendenti attuali e qualche ex dipendente di Google DeepMind ed OpenAI. Nel documento queste persone esprimono le loro preoccupazioni che riguardano il continuo aggiornamento dell’intelligenza artificiale avanzata. Inoltre viene denunciata la mancanza di supervisione delle aziende che si prendono cura dello sviluppo di questa tecnologia.

Stando a quanto riportato nella lettera, i documenti hanno parlato di tanti rischi che sono legati allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, tra cui l’ulteriore radicamento delle disuguaglianze esistenti. Nel testo si parla anche di disinformazione e manipolazione, imputandoli come i principali motivi di preoccupazione. Inoltre gli operai hanno posto all’attenzione di OpenAI e Google anche la possibilità di perdere il controllo su questi sistemi autonomi, con diversi rischi che potrebbero addirittura portare all’estinzione.

Le aziende continuano a dichiarare molta attenzione in quest’ambito, ma gli addetti ai lavori hanno denotato una mancanza di supervisione:

Speriamo che questi rischi possano essere adeguatamente ridotti con una guida adeguata da parte della comunità scientifica, dei politici e del pubblico. Le aziende che sviluppano IA hanno forti incentivi finanziari per avanzare rapidamente e spesso evitano di divulgare informazioni sulle misure di sicurezza e sui livelli di rischio“.

Cosa chiedono nella lettera ad OpenAI e a Google

All’interno della lettera i dipendenti chiedono alle aziende diverse cose. Tra le più importanti che la società non stipulerà né applicherà accordi che vietino la “denigrazione” o la critica verso la società per motivi di preoccupazione legati al rischio, né prenderà ritorsioni impedendo qualsiasi beneficio economico ottenuto a seguito di critiche relative al rischio.

Inoltre si richiede una semplificazione del processo anonimo e verificabile per consentire ai dipendenti e agli ex dipendenti di sollevare le loro preoccupazioni. In più si chiede anche una cultura di critica aperta oltre al fatto che l’azienda non dovrà effettuare delle ritorsioni contro i suoi dipendenti ed ex dipendenti.

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