Piracy Shield presto inutile nella lotta alla pirateria? Il Piracy Shield, ideato per bloccare siti web che propongono contenuti coperti dal diritto d’autore, è arrivato in Italia lo scorso febbraio. La piattaforma aveva l’obiettivo di fermare nell’arco di 30 minuti i link di streaming pirata segnalati online. Per quanto l’obiettivo fosse uno dei migliori, secondo alcune voci sembra che il Piracy Shield sia già saturo e presto potrebbe diventare inutile.

Il Piracy Shield non compie più il suo dovere?

Giornalettismo, ha riportato la notizia. Secondo le indiscrezioni emerse sembra che le elevate segnalazioni e gli oscuramenti registrati nei primi quattro mesi di attività abbiano provocato uno stato di saturazione. Tale situazione ha portato il Piracy Shield, sviluppato da SP Tech Legal per AGCOM, a raggiungere la soglia massima prevista durante il suo lancio.

A tal proposito, il sito web Wired, ha pubblicato uno studio qualche giorno fa in cui viene indicato che l’accordo iniziale considerava il limite a 18 FQDN e 15mila indirizzi IPV4 la soglia limite. Eppure, a pochi giorni dall’ultima giornata del campionato sportivo, sono arrivate circa 1332 segnalazioni da parte dei player proprietari dei diritti sportivi. Questi erano pari a 3626 indirizzi IPV4 e 15791 FQDN.

La situazione che si sta delineando ha portato AGCOM a prendere delle decisioni preventive. A tal proposito l’Autorità ha chiesto al Governo di modificare la legge che ha portato all’istituzione del Piracy Shield. Quest’ultima prevede che la piattaforma abbia solo il potere di bloccare i domini oscurati, ma non quello di sbloccare quelli che vengono “chiusi” per errore.

Suddetto aspetto sta portando ad uno stato di saturazione che, considerando anche l’inizio degli Euro 2024, potrebbe presto rendere il Piracy Shield inutile. Per il momento non ci sono però aggiornamenti a riguardo. Dunque sarà necessario attendere per scoprire quale sarà il futuro della piattaforma subentrata nella lotta alla pirateria e al pezzotto nel settore dello streaming online.

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