Windows

Nelle recenti settimane, Microsoft ha avviato una serie di iniziative volte a spingere gli utenti di Windows 10 verso l’adozione del più recente sistema operativo. Stiamo parlando di Windows11. Attraverso l’utilizzo di banner a schermo intero e campagne di sensibilizzazione, l’azienda si propone di completare la migrazione entro il 2025. Prima che il supporto per Windows10 termini ufficialmente il 14 ottobre di quell’anno. Ma, nonostante la campagna di comunicazione aggressiva, molti utenti si mostrano ancora restii a effettuare questo l’upgrade. Proprio come evidenziato dalla persistente presenza di Windows10 nel nelle installazioni globali.

Microsoft intensifica gli sforzi per la migrazione a Windows 11

I banner informativi non si limitano esclusivamente agli utenti con dispositivi compatibili con Windows 11. Ma vengono visualizzati anche su PC non idonei al nuovo sistema operativo. Essi rappresentano solo una delle tante strategie adottate da Microsoft per convincere le persone a fare l’upgrade. Infatti sono spesso accompagnati da promemoria sulla prossima fine del supporto per Windows10 e a link a pagine di confronto tra i due sistemi operativi. Eppure, nonostante questi sforzi si è notato che la resistenza al cambiamento resta significativa. Soprattutto nel settore gaming, dove la versione 10 mantiene una solida quota di mercato. Anche se le installazioni di Windows 11 stanno aumentando, non è ancora sufficiente. Secondo i dati di Steam, la versione precedente del sistema operativo continua a dominare, con quasi il 70% delle installazioni globali.

La questione si fa particolarmente complessa considerando le sfide legate alla compatibilità hardware e alle preferenze degli utenti. Molti ritengono che i requisiti di sistema per Windows
11 siano troppo rigidi o che le differenze rispetto al 10 non giustifichino l’upgrade. In più, la campagna aggressiva per velocizzare la transizione ha suscitato alcune reazioni negative. Infatti molte persone hanno lamentato l’intrusività delle notifiche e la pressione esercitata per l’aggiornamento. Ma la società non sembra demordere e punta a completare la migrazione. Resta da vedere se Microsoft riuscirà a convincere una volta e per tutti coloro che sono più restii. Magari avvalendosi di ulteriori incentivi o magari adottando approcci diversi.

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