L’occhio bionico di seconda generazione, frutto della collaborazione tra il Centre for Eye Research Australia, il Bionics Institute, l’Università di Melbourne e il Royal Victorian Eye and Ear Hospital, si sta rivelando una svolta rivoluzionaria per i non vedenti. I risultati del primo studio clinico, pubblicati su Ophthalmology Science, hanno evidenziato un “miglioramento sostanziale” nella visione funzionale, nelle attività quotidiane e nella qualità della vita dei partecipanti, per un periodo di oltre due anni e mezzo.
I ricercatori si stanno concentrando in particolare sulla retinite pigmentosa, una malattia ereditaria della retina che colpisce circa due milioni di persone in tutto il mondo e rappresenta una delle principali cause di perdita della vista nelle persone in età lavorativa.
L’occhio bionico è costituito da una serie di elettrodi, progettati dal Bionics Institute e dal Centre for Eye Research Australia, che vengono impiantati chirurgicamente dietro l’occhio. Come spiega il professor James Fallon, capo della ricerca presso il Bionics Institute, “La fotocamera converte le immagini in impulsi elettrici forniti dalla serie di elettrodi che attivano le cellule della retina e creano lampi di luce chiamati fosfeni per aiutare i pazienti a rilevare bordi, forme e movimento“.
Un futuro luminoso per i pazienti con retinite pigmentosa
Lo studio ha monitorato i pazienti dal momento dell’impianto nel 2018 fino al 2021, mostrando che il dispositivo è stabile e durevole a lungo termine, rimanendo in posizione dietro la retina senza complicazioni e con il 97% degli elettrodi ancora funzionanti diversi anni dopo il primo impianto.
Secondo Penny Allen, uno degli autori della ricerca, i pazienti hanno mostrato un miglioramento significativo nella navigazione, nella mobilità e nella capacità di rilevare oggetti, sia nei test clinici che nella vita quotidiana. “L’occhio bionico ha permesso ai pazienti ciechi di localizzare porte, evitare ostacoli e trovare oggetti sui tavoli. Hanno riferito una maggiore sicurezza nella navigazione, erano più propensi a esplorare nuovi ambienti e avevano meno bisogno di assistenza quando si recavano nei negozi“, ha affermato Allen.
Questo progresso scientifico ci consentirà presto di cambiare radicalmente l’approccio a determinate patologie. Il Dott. Ash Attia, CEO di Bionic Vision Technologies, ha dichiarato: “Siamo incoraggiati dagli eccellenti risultati dello studio sull’occhio bionico di seconda generazione. Non vediamo l’ora di finalizzare lo sviluppo dell’occhio bionico di terza generazione e di entrare nello studio chiave a livello mondiale. L’approvazione normativa ci consentirà di rendere disponibile questa importante tecnologia ai pazienti con RP, avendo un impatto positivo sulle loro vite“.