Tra le aziende che vogliono raggiungere al più presto la neutralità climatica, c’è Polestar. Il colosso ha intenzione di arrivarci entro il 2040 e nel frattempo pensa ad integrare dei carburanti rinnovabili.
Questi verranno utilizzati nel trasporto marittimo dei veicoli, i quali ad oggi corrispondono al 75% delle emissioni totali del brand.
Polestar, un’azienda che vuole rinnovabilità e progresso
Al momento la gestione dell’azienda è improntata sulla rinnovabilità. A testimoniarlo è il VPC in Belgio, il centro dove si rifiniscono e preparano i veicoli da consegnare in Europa: qui si sfrutta energia elettrica rinnovabile al 100%.
Inizialmente, tenendo conto della produzione appena iniziata di Polester 3 e 4, il carburante verrà utilizzato per il 65% per trasporto marittimo. Verrà dunque sfruttato per trasportare tutti i veicoli prodotti in Asia fino al VPC in Belgio.
Queste in basso sono le parole parole da parte di Jonas Engström, l’attuale Head of Operations di casa Polestar. Egli sostiene che si tratti di una grande novità e di un passo per procedere spediti verso gli obiettivi di neutralità climatica che l’azienda sia prefissata per il 2040:
“Grazie all’impiego del biocarburante B30, contenente il 30% di esteri metilici di acidi grassi (FAME), è possibile abbattere le emissioni lungo queste rotte di navigazione del 20-25% rispetto all’uso degli oli combustibili tradizionali con zolfo. Polestar ha adottato iniziative per ridurre l’impatto ambientale dei trasporti marittimi intercontinentali in entrata, utilizzati per la distribuzione di materiali di produzione e parti di ricambio, che ora impiegano esclusivamente carburante FAME. Questo cambiamento ha comportato una riduzione delle emissioni di gas serra dell’84% rispetto ai combustibili fossili. Il FAME viene prodotto da fonti rinnovabili, come l’olio da cucina esausto, e non utilizza materie prime derivanti dall’olio di palma o dalla sua produzione“.
In linea con tutto ciò c’è anche il progetto che il colosso sta sviluppando di continuo, ovvero il Polestar 0. Questo porterà alla produzione di un’auto per un utilizzo comune ma totalmente neutrale ed entro il 2030.