Nelle ultime ore è emersa la notizia che Spotify ha reso open source il suo dispositivo Car Thing. Una mossa che ha scatenato reazioni contrastanti tra gli appassionati di tecnologia. Questo annuncio è stato rivelato da Anoraker, meglio conosciuto come Josh Hendrickson, tramite il suo canale YouTube. Sembra però che la gioia per la notizia è stata in parte offuscata dalle critiche riguardanti le specifiche strutturali del device.
Spotify e le critiche della sua ultima innovazione
CarThing, in origine è stato lanciato da Spotify agli inizi del 2021. Si tratta del primo prodotto hardware dell’azienda nel settore dell’audio per auto. L’obiettivo era fornire una soluzione per coloro che possedevano autoradio più datate, prive di funzionalità native per lo streaming di musica dall’ omonima app. Eppure pare che il dispositivo non sia mai riuscito a raggiungere il successo sperato sul mercato. Sono state infatti registrate vendite pressoché deludenti
Le quali hanno spinto l’azienda a ridurre il prezzo iniziale di 833€ e infine a ritirare il prodotto dal commercio. In più, la decisione della società di spegnere i server di supporto tra qualche mese renderà il dispositivo essenzialmente inutilizzabile per coloro che lo hanno già acquistato. Se non per possibili utilizzi alternativi grazie alla recente apertura del codice sorgente.
Uno dei principali ostacoli al riutilizzo del Car Thing è rappresentato dalle sue limitate specifiche hardware. Esso si basa su una piattaforma Amlogic con soli 512MB di RAM e 4GB di memoria eMMC. Ciò lo rende praticamente inadatto per molte applicazioni moderne. Nonostante il sistema operativo Linux sia stato reso open source insieme al bootloader U-boot, la comunità si chiede se queste risorse siano sufficienti per sviluppare progetti importanti. Oppure se si tratti semplicemente di un caso di “e-waste open-source”, come definito da alcuni critici. Sembra però che alcuni utenti vedano ancora del potenziale al suo interno. Infatti essi sperano che la community possa trovare modi innovativi per riutilizzarlo. Ad esempio come controller remoto o display per device portatili o desktop.