Hai mai pensato a quanto sia sorprendente il potere della tecnologia? Immagina di poter vedere il mondo attraverso gli occhi di un’altra persona, o meglio, attraverso gli occhi di un occhio bionico di seconda generazione. È proprio quello che un recente studio pubblicato su Ophthalmology Science ha dimostrato: un vero e proprio “miglioramento sostanziale” nella visione funzionale e nella qualità della vita dei partecipanti, per un periodo di oltre due anni e mezzo.
Un team di esperti provenienti dal Centro di Ricerca Oculistica dell’Australia, dal Bionics Institute, dall’Università di Melbourne e dal Royal Victorian Eye and Ear Hospital hanno messo insieme le loro conoscenze e le loro risorse per portare avanti questa ricerca innovativa. Si sono concentrati soprattutto sulla retinite pigmentosa, una malattia ereditaria della retina che affligge milioni di persone in tutto il mondo.
Ma cosa rende così speciale questo occhio bionico? È un dispositivo complesso, composto da una serie di elettrodi impiantati dietro l’occhio. Questi elettrodi ricevono segnali da una telecamera montata sugli occhiali, che a sua volta stimola la retina del paziente. È come se la telecamera fungesse da occhio, inviando segnali elettrici agli elettrodi che, a loro volta, creano flash di luce chiamati fosfeni. Questi flash aiutano i pazienti a distinguere bordi, forme e movimenti.
Hanno seguito i pazienti per oltre due anni, dal 2018 al 2021, e hanno visto che il dispositivo è rimasto stabile nel lungo termine, con ancora il 97% degli elettrodi funzionanti diversi anni dopo l’impianto. Ma il vero punto di svolta è stato il miglioramento nella vita di tutti i giorni dei pazienti. Hanno mostrato progressi significativi nella navigazione, nella mobilità e nella capacità di rilevare gli oggetti, sia nei test clinici che nelle loro attività quotidiane.
Anche se non stiamo ancora vivendo nell’universo di Star Wars con tecnologie come Neuralink, questo è comunque un passo avanti incredibile per la scienza e per le persone che lottano con la perdita della vista. Il Dott. Ash Attia, CEO di Bionic Vision Technologies, si è detto molto incoraggiato dai risultati dello studio e non vede l’ora di vedere cosa riserverà il futuro per l’occhio bionico di terza generazione. E noi non vediamo l’ora di scoprirlo insieme a lui!