Il motore 1.2 PureTech di Stellantis ha dimostrato di essere una spada a doppio taglio. Infatti da una parte ha raggiunto un notevole trionfo commerciale. Ma dall’altra ha affrontato una serie di problematiche. A tal proposito, il propulsore, adottato su diversi modelli di marchi come Peugeot, Citroen e Opel, ha ottenuto consensi sul mercato grazie alla sua efficienza e alle prestazioni soddisfacenti. Ma la sua cinghia di trasmissione ha generato una serie di inconvenienti, portando l’azienda sull’orlo di una Class Action a livello europeo.
Stellantis: obiettivi commerciali e sfide tecniche
Di Rece, la rivista francese L’Argus ha pubblicato un articolo dettagliato sullo stato attuale dei motori 1.2PureTech. In seguito alle difficoltà incontrate, Stellantis ha introdotto aggiornamenti importanti. Soprattutto nella variante ibrida del motore, dotata di un sistema a 48V. Una delle innovazioni chiave è stata l’adozione di una catena di distribuzione migliorata al posto della cinghia precedente. Questa mossa mira a risolvere le problematiche legate al passato e a migliorare l’affidabilità complessiva del motore. Eppure nonostante gli sforzi, sono emersi alcuni problemi minori che variano da veicolo a veicolo. Con una serie di richiami in corso per affrontare tali questioni.
Oltre alle sostituzioni della catena di distribuzione, le critiche riguardano anche altri componenti del motore. Come la batteria di trazione a 48V, l’inverter e il convertitore a corrente continua. Malgrado la frequenza di tali interventi sia relativamente bassa, la loro varietà evidenzia la complessità delle sfide tecniche che Stellantis deve affrontare. Ma non tutto è negativo. La terza generazione del motore 1.2 PureTech, denominata Gen3, sembra essere migliorata rispetto ai suoi predecessori. Con l’adozione della catena di distribuzione e miglioramenti al turbo, si spera che questa versione aggiornata possa superare le sfide incontrate in passato. Garantendo prestazioni affidabili e soddisfacenti per gli automobilisti. Non ci resta che attendere e vedere se l’ azienda riuscirà davvero a risolvere tutte le questioni aperte. Ovviamente senza perdere la sua fiducia e credibilità professionale.