Night Shift, la nota modalità notte, è stata introdotta per migliorare la qualità del sonno. Inoltre, ha il compito di ridurre l’affaticamento visivo filtrando la luce blu. A tal proposito, recenti studi della Brigham Young University suggeriscono che potrebbe non essere così efficace come si pensava. Tali risultati hanno messo in discussione la capacità della funzione di favorire il rilassamento e il sonno.
Night Shift non funziona davvero?
La funzione modifica la temperatura del colore dello schermo degli smartphone, passando da toni freddi a quelli più caldi. In questo modo, si interviene sulla luce blu, nota per ostacolare la produzione di melatonina. Si tratta dell’ormone che regola il ciclo sonno/veglia. La modalità notte è stata progettata per mitigare tale effetto, permettendo al corpo di rilassarsi prima di dormire.
Uno studio della Brigham Young University, pubblicato sulla rivista Sleep Health, ha analizzato l’efficacia reale della funzione. I ricercatori hanno monitorato la qualità del sonno di alcuni partecipanti suddivisi in tre gruppi. Il primo ha utilizzato Night Shift per sette notti consecutive. Il secondo ha disattivato completamente la funzione. Infine, il terzo si è astenuto dall’uso dello smartphone prima di dormire. I risultati ottenuti non mostrano particolari differenze per la qualità del sonno tra i tre gruppi.
Nel dettaglio, viene specificato che l’uso dello smartphone prima di dormire ha effetti complessi e variabili sul sonno. Quest’ultimi vanno oltre la semplice esposizione alla luce blu. Gli smartphone sono una continua fonte di stimoli. A tal proposito, lo studio ha evidenziato la necessità di spegnere i propri smartphone per raggiungere una buona qualità del sonno. È, inoltre, consigliabile evitare di guardare gli schermi per almeno un’ora prima di dormire. In questo modo è possibile rilassare il corpo e prepararlo a dormire. Dunque, il consiglio degli esperti è quello di affidarsi a tale processo più che a funzioni come Night Shift.