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Piano Transizione 5.0: il decreto-legge per la digitalizzazione

Nel mese di febbraio il Consiglio dei Ministri ha dato il suo benestare al decreto-legge Pnrr, che presenta il nuovo “Piano Transizione 5.0”. Proposto da Adolfo Urso, a capo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il piano mira a sbloccare e sostenere gli investimenti necessari per la digitalizzazione e la transizione green delle imprese attraverso crediti d’imposta. Il decreto mette a disposizione circa 13 miliardi di euro, suddivisi tra i fondi della Legge di Bilancio (6,4 miliardi di euro) e quelli del PNRR (6,3 miliardi di euro) per il biennio 2024-2025.

Il Piano Transizione 5.0 è stato descritto come una sorta di trave per la regolazione della politica industriale nostrana. Con esso si cerca di permettere alle diverse imprese di raggiungere un nuovo livello di innovazione così da poter affrontare sia la transizione al digitale avanzato sia il passaggio a strumentazioni e tecniche green. Oltre agli investimenti in beni strumentali, la misura si concentra anche sulla formazione degli stessi lavoratori in modo che nascano più esperti del settore del Made in Italy.

Come funziona il Piano Transizione e come si accede agli investimenti agevolati?

L’iter previsto nel Piano Transizione per l’accesso ai crediti d’imposta è progettato per essere snello e veloce. Le aziende potranno accedere a tali crediti in modo automatico, senza necessità di valutazioni preliminari e senza discriminazioni legate a dimensioni, settore o localizzazione dell’impresa. Gli investimenti agevolati

includono sia beni materiali che immateriali, a condizione che portino a una riduzione dei consumi energetici dell’unità produttiva di almeno il 3%, o del 5% se calcolata sul processo interessato dall’investimento. Sono ammessi anche investimenti in nuovi beni strumentali per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (esclusa la biomassa) e spese per la formazione del personale nelle tecnologie per la transizione digitale ed energetica.

I crediti spettanti specificati nel Piano Transizione saranno compensati presentando il modello F24 in un’unica rata. Per eventuali eccedenze al 31 dicembre 2025, è prevista la possibilità di compensazione nei successivi cinque anni tramite rate annuali di pari importo. Una delle novità presenti all’interno del decreto è un vincolo particolare che va a limitare le imprese, permettendo loro di poter accedere ad un solo progetto alla volta. Nel decreto è anche specificato che sono escluse dai finanziamenti tutte le aziende in liquidazione volontaria e che hanno subito sanzioni interdittive. Tuttavia, sono ammesse le imprese soggette all’ETS (Emissions Trading Scheme), per le quali l’uso temporaneo e tecnicamente inevitabile di combustibili fossili è consentito. Le imprese facenti capo al mercato del carbonio europeo (EU-ETS) possono accedere alle agevolazioni per progetti che non impattano direttamente sui consumi energetici relativi ai flussi di fonte monitorati nel piano di CO2.

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Pubblicato da
Rossella Vitale