NVIDIA accelera la produzione di chip AI: novità ogni anno

Angelo d’oggi, uno dei settori maggiormente in via di crescita nel mondo dell’informatica, senza alcun dubbio l’intelligenza artificiale, nel dettaglio Nvidia ha reso tale mercato, quello su cui basa principalmente il proprio fatturato, dinamica che le ha permesso di superare addirittura Apple nella classifica delle aziende più preziose del mondo.

Un dubbio che però ruota attorno al mondo dell’intelligenza artificiale è legato al fatto che questa particolare branca della tecnologia consuma una quantità di energia elettrica imponente, dettaglio che ha fatto storcere il naso a tutti gli ecologisti che puntano il dito contro l’intelligenza artificiale a causa del suo forte impatto ambientale.

I dati raccolti sui consumi medi delle GPU impegnate nell’intelligenza artificiale sono effettivamente impietosi, vediamo insieme nel dettaglio, quanto consuma in termini di energia, l’intelligenza artificiale.

 

Consumi impressionanti

Il conteggio è relativamente semplice, ogni singola GPU per l’IA consuma circa 700 watt di corrente con un utilizzo medio di queste componenti che prevede un funzionamento costante per il 60-61% della giornata, il che significa che ogni GPU per l’IA consuma 3.740.520 Wh oppure 3,74 MegaWh all’anno.

Preso questo dato unitario per singola GPU poi, bisogna considerare il numero totale di GPU presenti nel mercato, il 98% deriva da Nvidia mentre il restante 2% se lo dividono le altre realtà, per arrivare a un totale di circa 3,84 milioni di schede immesse nel mercato nel 2023.

Facendo un semplice calcolo matematico emerge che il settore dell’IA consumi 14.348,63 GWh in un anno solo per le sue schede video, in termini più comprensibili, tale quantità di energia potrebbe tranquillamente alimentare per un anno circa un milione o un milione e mezzo di abitazioni a seconda della zona geografica, Valori a cui poi bisogna aggiungere anche altri consumi legati alla manutenzione, gestione e climatizzazione degli ambienti dove sono presenti le schede, è evidente dunque che non parliamo affatto di una branca della tecnologia ecosostenibile.

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