Con l’introduzione di dazi sulle auto cinesi, numerose vetture elettriche BEV prodotte in Cina, tra cui le iconiche Mini, potrebbero subire un drastico aumento dei prezzi. Questo avvertimento arriva da Reuters, evidenziando che BMW, proprietaria del marchio Mini, potrebbe essere particolarmente colpita dalle nuove tariffe UE anti-Cina, soprattutto considerando che il SUV iX3 viene anch’esso prodotto nel gigante asiatico.
La Mini Cooper SE 2024, presentata lo scorso febbraio, è assemblata presso gli stabilimenti di Great Wall Motors in Cina. Questo la rende soggetta alla nuova tariffa del 38,1%, oltre alla già esistente imposta del 10% sulle auto elettriche importate nell’Unione Europea. Come conseguenza diretta, il prezzo della Mini potrebbe aumentare notevolmente rispetto al listino attuale. Secondo InsideEvs, questo surplus potrebbe aggirarsi intorno ai 13.000 euro, portando il prezzo di partenza sopra i 40.000 euro, ben oltre il valore di mercato della Tesla Model Y.
Questi sviluppi hanno spinto le case automobilistiche tedesche, in particolare BMW, a manifestare preoccupazione verso le tariffe anti-Cina. Il CEO Oliver Zipse ha recentemente criticato queste misure come una “strada sbagliata“.
Non tutte le vetture BMW prodotte in Cina saranno colpite dal dazio del 38%, ma la Mini sembra essere tra le più esposte. Questa è una notizia non favorevole per BMW, specialmente considerando che la produzione della Mini non avverrà a Oxford, nel Regno Unito, fino al 2026, nonostante l’investimento di circa 500 milioni di euro in un nuovo impianto. Il futuro delle Mini Made in China rimane incerto, mentre l’industria automobilistica e i governi europei monitorano da vicino l’evoluzione delle tensioni commerciali tra UE e Cina.
L’imposizione di dazi così elevati rappresenta una mossa strategica da parte dell’Unione Europea per proteggere l’industria automobilistica locale dalla concorrenza cinese, che negli ultimi anni ha guadagnato notevoli quote di mercato grazie ai prezzi competitivi e alle innovazioni tecnologiche. Tuttavia, questa politica protezionistica potrebbe avere conseguenze a lungo termine, non solo per i produttori cinesi, ma anche per quelli europei che hanno investito significativamente in Cina.
Le case automobilistiche come BMW potrebbero essere costrette a rivedere le loro strategie di produzione e approvvigionamento, considerando possibili delocalizzazioni o aumenti dei costi di produzione. Inoltre, gli aumenti di prezzo potrebbero ridurre la competitività delle vetture elettriche cinesi in Europa, rendendo più difficile per i consumatori accedere a veicoli elettrici a prezzi accessibili.
D’altro canto, questa situazione potrebbe favorire i produttori europei che realizzano veicoli elettrici all’interno dell’UE, aumentando la domanda per le loro vetture. Resta da vedere come i consumatori risponderanno a questi cambiamenti di prezzo e come evolverà il mercato delle auto elettriche nei prossimi anni.