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Il dilemma dei motori Diesel: il filtro antiparticolato crea problemi

I motori diesel rappresentano da decenni una scelta popolare tra gli automobilisti italiani. Ciò grazie alla loro efficienza nei consumi, alla robustezza e alla potenza della coppia motrice. Essi però non sono esenti da criticità, e il loro Tallone d’Achille potrebbe essere identificato nel filtro antiparticolato (FAP). Elemento concepito per mitigare le emissioni di particolato fine (PM).

I vantaggi dei motori diesel sono evidenti soprattutto in contesti extraurbani e autostradali. Qui mostrano infatti un rendimento superiore rispetto a quelli a benzina ed emettono anche meno CO2. Questa efficienza però è contrapposta da una maggiore produzione di particolato fine e ossidi di azoto. Entrambi particolarmente dannosi per l’ambiente e la salute umana. È qui che entra in gioco il FAP. Un componente fondamentale per ridurre il particolato fine emesso, soprattutto nelle aree urbane.

Il futuro dei motori: verso soluzioni più sostenibili

Il FAP funziona attraverso un processo di filtraggio e rigenerazione periodica, bruciando le particelle accumulate. Nonostante la sua importanza nel migliorare la qualità dell’aria,

presenta però anche diverse problematiche. Tra queste, la necessità di additivi chimici per la rigenerazione. I quali comportano costi aggiuntivi e periodici per gli automobilisti. In più può causare un aumento temporaneo dei consumi di carburante. Mentre, in alcuni casi, problemi meccanici che richiedono interventi costosi e specializzati.

Nonostante la longeva popolarità dei motori diesel, il settore automobilistico sta dunque evolvendosi verso soluzioni più sostenibili e moderne. Veicoli ibridi e totalmente elettrici stanno guadagnando terreno. Offrendo vantaggi importanti in termini di emissioni zero e minori costi di manutenzione.

Ricorrere ad altre alternative rappresenta perciò una scelta non solo ecologica ma anche economica per molte persone. I veicoli ibridi combinano l’efficienza dei motori elettrici con la versatilità di quelli a combustione interna. Così da ridurre l’ impatto ambientale senza sacrificare l’autonomia. Allo stesso tempo, le vetture a batteria (BEV) eliminano completamente la necessità di componenti complessi come il FAP. Contribuendo a un ambiente più pulito e a minori costi operativi nel lungo periodo.

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Pubblicato da
Ilenia Violante