Il numero di italiani che sono soliti utilizzare un’auto privata è sempre più alto. Nessuno infatti riesce a fare a meno della sua vettura per recarsi al lavoro o per svolgere le varie faccende giornaliere in giro per la città. Gli italiani dunque proprio non vogliono rinunciare all’auto, sia tra coloro che non possono farne a meno che tra coloro che la usano per puro svago.
Secondo alcune indagini condotte ufficialmente dall’associazione Aniasa, le scelte di mobilità di ogni consumatore vengono indirizzate da due aspetti in particolare che sono la praticità d’uso e la comodità. L’arrivo degli incentivi ha consentito agli italiani di pensare all’acquisto di una nuova auto anche se comunque i prezzi spaventano e non poco. I grandi incarichi ci sono stati sul mercato delle vetture hanno portato a guardare oltre quelli che sono i soliti marchi.
Questo è quanto dichiarato dal Presidente Ansiasa Alberto Viano:
“L’entrata in vigore dei nuovi eco-incentivi e il loro rapido esaurimento per le auto elettriche dimostrano che anche in Italia c’è una crescente richiesta di veicoli elettrici; una domanda che, come nel resto d’Europa, richiede incentivi diretti o fiscali. Per consumatori e aziende è necessaria una politica fiscale stabile e rinnovata che riduca o elimini il divario rispetto al resto d’Europa sui costi di mobilità. Gli attuali incentivi hanno sicuramente accelerato la transizione verso i veicoli elettrici, ma hanno anche causato tensioni temporanee nella domanda e poca prevedibilità per consumatori e operatori di mercato“.
Auto in Italia: ora si guarda ai brand asiatici, sono meno costosi
Gli italiani che vogliono acquistare una nuova auto sono sempre meno incoraggiati nel farlo. I prezzi sono alti e gli incentivi sono lo strumento principale per poter riuscire a mitigarli un po’. In tanti hanno cominciato a guardare al mercato asiatico, con tante auto ibride ed elettriche che stanno arrivando con ottimi presupposti.
In un anno infatti si stima che la propensione degli italiani ad acquistare un’auto cinese o asiatica in generale sia cresciuta dell’8% in più. Si è passati infatti dal 17% al 25%. Potrebbe essere questo un viatico per il futuro ma anche una sorta di preludio alla crisi per i grandi brand.