La questione diventa sempre più scottante: la Guardia di Finanza avrebbe oscurato nuove piattaforme televisive IPTV. Lo streaming illegale dunque subisce un gancio diritto al volto, il quale è improntato a mettere in ginocchio la pirateria audiovisiva e tutti coloro che ne fanno parte.
La denuncia da parte di Sky Italia ha favorito l’intervento delle fiamme gialle. Le forze dell’ordine hanno così effettuato 14 perquisizioni in tutta Italia identificando 13 individui che sono stati dunque accusati formalmente di distribuzione illegale di palinsesti televisivi protetti con diritto d’autore. Erano circa 1,3 milioni gli utenti che si erano abbonati a piattaforme di questo genere, dando quindi ancora agio al mondo IPTV.
IPTV ancora bersagliata dalla Guardia di Finanza: oscurate varie piattaforme
La questione ha assunto caratteri davvero importanti dopo le perquisizioni e dopo aver identificato le persone, tirando giù un piccolo impero:
“Gli indagati utilizzavano un metodo completamente nuovo rispetto a quelli tradizionali, estraendo le chiavi di decodifica necessarie per decriptare e visualizzare chiaramente tutti i canali e i programmi televisivi delle principali emittenti. Successivamente, tramite l’uso di server virtuali situati presso fornitori di servizi internet sia nazionali che internazionali, tali contenuti venivano diffusi e resi disponibili agli utenti delle IPTV illegali“.
Molti utenti non si rendono conto del fatto che improvvisamente potrebbero ritrovarsi a finire nei guai. Le indagini da parte della Guardia di Finanza andranno avanti e potrebbero venire fuori sanzioni molto alte a causa dell’utilizzo delle IPTV.
A commentare il tutto è stato anche Andrea Duilio di Sky Italia, azienda che da sempre si schiera contro la pirateria audiovisiva:
“Esprimiamo la nostra gratitudine al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano per l’importante operazione contro la pirateria. Combattere questo fenomeno criminale è una responsabilità condivisa, e l’operato delle forze dell’ordine è essenziale per proteggere l’industria audiovisiva e i milioni di abbonati che optano per la legalità“.