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Sogno di Arbaugh: guidare un robot Tesla con Neuralink

Noland Arbaugh, il primo paziente a ricevere un impianto cerebrale Neuralink, sta già vivendo traguardi significativi grazie a questa rivoluzionaria tecnologia. Grazie al dispositivo, Arbaugh riesce a giocare ai videogiochi e navigare sul laptop solo con la forza del pensiero. In un’intervista a Wired, Arbaugh ha espresso un desiderio ancora più ambizioso: controllare un robot Tesla con la mente.

 

Arbaugh sogna in grande con Tesla e il Neuralink

“Sarebbe davvero fantastico avere un robot Optimus (Tesla) che potrei controllare con la mente e che farebbe praticamente tutto per me, fungendo da assistente”, ha dichiarato Arbaugh, quadriplegico. “Eliminerebbe probabilmente il 90 percento delle cose per cui ho bisogno di altre persone”.

Arbaugh sogna anche di possedere un veicolo Tesla che potrebbe controllare tramite il dispositivo Neuralink, permettendogli di muoversi autonomamente in città. “Se potessi fare tutto questo da solo, cambierebbe tutto”, ha aggiunto.

Attualmente, il fatto che Arbaugh riesca a svolgere compiti quotidiani grazie all’impianto cerebrale rappresenta un enorme traguardo per lui, per gli scienziati di Neuralink e per altri pazienti disabili che stanno valutando la possibilità di provare il dispositivo. “Richiede pochissima energia mentale”, ha spiegato Arbaugh. “Penso solo a dove voglio che vada il cursore”.

L’impianto ha dato a Arbaugh la speranza di lavorare e guadagnare da casa per sostenere la sua famiglia e “non essere un peso”. In un recente post sulla piattaforma X (precedentemente Twitter), Arbaugh

ha condiviso il desiderio di costruire una casa per la sua famiglia e ha chiesto ai follower se dovrebbe monetizzare i suoi account social, trasmettere le sue sessioni di gioco online, fare una raccolta fondi su GoFundMe o tutte le opzioni insieme. La maggioranza ha votato per tutte le opzioni.

 

Un’operazione di successo

Prima dell’impianto, Arbaugh trascorreva la maggior parte delle giornate a letto e aveva bisogno di aiuto per fare la doccia ogni due giorni. Ha ammesso però di aver avuto delle preoccupazioni riguardo all’intervento. “Sono un quadriplegico e tutto ciò che ho è il mio cervello”, ha detto. “Lasciare che qualcuno ci metta le mani è un grande impegno. Se qualcosa va storto, per me è la fine. Ma sapevo di voler aiutare e non volevo che le paure mi fermassero”.

Dopo l’intervento, Arbaugh ha avuto qualche problema con i fili dell’impianto che si erano allentati, ma Neuralink ha prontamente risolto il problema. “Ora sembra che i fili si siano stabilizzati e alcuni di quelli che si erano staccati siano rientrati”, ha detto. “Non sono più preoccupato”.

La storia di Noland Arbaugh rappresenta un passo avanti straordinario nel campo della neurotecnologia, aprendo nuove possibilità per le persone con disabilità e offrendo uno sguardo su un futuro in cui la mente umana e la tecnologia si integrano sempre più strettamente.

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Pubblicato da
Margherita Zichella