In un contesto internazionale di incertezza, il governo italiano ha preso la decisione di riattivare i siti minerari dormienti e di promuovere nuove attività di esplorazione ed estrazione. L’obiettivo principale di questa iniziativa è garantire l’approvvigionamento di materie prime critiche necessarie per supportare la transizione energetica, specialmente nei settori strategici come quello automobilistico.
Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato un decreto-legge volto a introdurre disposizioni urgenti sulle “materie prime critiche di interesse strategico”, in linea con il Critical Raw Materials Act dell’Unione Europea. Questo provvedimento legislativo stabilisce una serie di misure volte a facilitare lo sviluppo di progetti strategici nel settore minerario.
Una delle misure principali è la semplificazione delle procedure di autorizzazione, che sono state modellate, in parte, sui principi amministrativi adottati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Particolare attenzione è stata riservata anche alla gestione delle controversie relative ai permessi di estrazione.
Il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), composto dal ministro della Difesa e dal ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, sarà responsabile di valutare “eventuali motivi ostativi all’accoglimento delle domande di riconoscimento del carattere strategico di un progetto”.
I ministeri competenti stabiliranno tre punti unici nazionali di contatto per il rilascio delle autorizzazioni, con un obbligo di risposta entro 18 mesi per le attività di estrazione e entro 10 mesi per il riciclaggio o la trasformazione dei materiali estratti. Sarà inoltre istituito un comitato tecnico per il monitoraggio e il coordinamento delle attività, con sede presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). Un registro delle aziende e delle catene del valore strategiche sarà creato per garantire una gestione efficiente e trasparente.
L’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) avrà il compito di sviluppare entro il 24 maggio 2025 un programma nazionale di esplorazione mineraria, soggetto a revisione quinquennale. Inoltre, insieme alle sovrintendenze territoriali, svolgerà funzioni di vigilanza e controllo sui progetti in corso.
Il decreto stabilisce anche le royalty da versare allo Stato o alle regioni, con aliquote comprese tra il 5% e il 7%. I proventi generati confluiranno nel Fondo nazionale del Made in Italy per sostenere gli investimenti nella filiera delle materie prime critiche.
Infine, è previsto l’elaborazione di un “Piano di recupero di materie prime dai rifiuti di estrazione storici”, mirato a recuperare minerali dalle strutture di deposito di rifiuti minerari ormai inattive. Questo piano sarà attuato solo previa approvazione di un progetto specifico che dimostri la sostenibilità economica e ambientale dell’intero ciclo di recupero.
Queste iniziative segnano un importante passo avanti nella politica industriale e ambientale dell’Italia, con l’obiettivo di garantire una gestione sostenibile delle risorse minerarie critiche per il futuro del paese.