Negli ultimi anni, il dibattito sulle dinamiche tra datore di lavoro e dipendente si è intensificato, con particolare attenzione alle cause che potrebbero portare a un licenziamento illegittimo. In un contesto occupazionale in evoluzione, la giurisprudenza della Cassazione ha spesso colmato vuoti legislativi, delineando regole più precise per queste situazioni delicate.
Il Telepass aziendale e altre tecnologie
Un tema di grande attualità riguarda l’uso di strumenti tecnologici da parte dei datori di lavoro per dimostrare infrazioni dei dipendenti. L’attenzione si focalizza ora sull’uso del Telepass aziendale come prova per licenziare un dipendente.
Questa questione è particolarmente complessa e richiede chiarezza e precisione. I datori di lavoro possono utilizzare diversi strumenti per dimostrare mancanze dei dipendenti, ma non tutti i mezzi tecnologici sono consentiti dalla legge. Ad esempio, l’uso di telecamere di videosorveglianza per monitorare il lavoro quotidiano dei dipendenti viola i diritti di privacy, a meno che non ci siano sospetti fondati di furto. In tali casi, la videosorveglianza può essere temporaneamente ammessa per raccogliere prove utili al licenziamento.
Ma cosa dice la legge sull’uso del Telepass aziendale? Anche in questo caso, i movimenti registrati dal Telepass potrebbero indicare infrazioni come ritardi, uso improprio del veicolo aziendale per scopi personali, o spostamenti non giustificati durante l’orario di lavoro. Tali prove potrebbero portare al licenziamento per giusta causa, come previsto dal Codice del lavoro e dai contratti collettivi.
Ma non sempre l’uso del Telepass come prova è legittimo. La Cassazione, con la sentenza 15391 del 3 giugno 2024, ha stabilito che il datore di lavoro deve preventivamente informare il dipendente della possibilità di utilizzare i dati del Telepass per monitorare i suoi spostamenti. Senza questo avviso, l’utilizzo del Telepass come prova non è consentito.
Un accordo trasparente ed equo
In sintesi, la legge italiana prevede che il datore di lavoro debba agire con trasparenza, informando preventivamente i dipendenti sull’uso di strumenti tecnologici per monitorare le loro attività. Solo così è possibile rispettare i diritti dei lavoratori e utilizzare in modo legittimo le prove raccolte per eventuali provvedimenti disciplinari, compreso il licenziamento.