L’Unione Europea potrebbe presto applicare grossi dazi di importazione sulle auto elettriche prodotte in Cina. L’UE ha però accettato di avviare nuovi colloqui con le aziende interessate. In tal modo lasciano una porta aperta sulla possibilità di trovare una soluzione alternativa a questa problematica che potrebbe portare gravi conseguenze sul mercato delle auto mondiale.
Sono settimane che la questione dei dazi sulle auto elettriche Made in China ha monopolizzato l’attenzione. Alcuni brand, proprio per tale causa, rischiano di ricevere un malus fino al 48%. L’industria europea ha perciò espresso preoccupazione per le auto elettriche a basso costo provenienti dalla Cina. Si teme teme che queste possano portare ad una concorrenza sleale provocati dai sussidi locali, superando così le altre società extra-orientali. Questa situazione ha quindi spinto la UE a prendere provvedimenti. Ha cercato di trovare un modo per frenare l’industria cinese avviando un’indagine per comprendere quali brand cinesi beneficiano di tali sussidi così da imporre tasse diverse per ogni singolo marchio.
Dazi più elevati solo per alcune società: quali sono le più colpite?
Il gruppo più colpito pare sia stato stato SAIC. Esso in Europa si occupa della vendita delle auto e dei prodotti MG e Maxus. Il gruppo vedrà un aumento causato dai dazi che passerà dal 10% al 48%. Per i professionisti del settore, tali costi sarebbero stati trasferiti ai consumatori, aumentando di conseguenza il prezzo delle auto. La Cina ha ovviamente criticato duramente il provvedimento dell’UE per il suo modo di agire. Dalla sua parte ha avvertito che potrebbe rispondere con misure simili contro i prodotti europei, creando un potenziale disastro economico di dimensioni globali.
Non tutti i produttori europei sono perciò favorevoli all’aumento dei dazi. Alcuni, come Mercedes-Benz, si sono infatti detti contrari per buone ragioni. Il provvedimento colpirebbe anche modelli di successo come la Tesla Model 3 e la Volvo EX30. I nuovi dialoghi annunciati dall’UE fanno dunque sperare in una soluzione più equilibrata rispetto al solo e diretto aumento dei dazi. L’obiettivo è trovare un accordo che possa soddisfare tutte le parti coinvolte senza che nessuna di essa venga penalizzata. Riusciranno a trovare un compromesso equo prima dell’inizio di luglio?