Il fondatore di Wikileaks torna libero dopo il carcere Julian Assange è libero dopo cinque anni di reclusione nel carcere di Belmarsh. La situazione giuridica che l’ha visto protagonista ha avuto inizio quattordici anni fa, quando la sua Wikileaks ha rilasciato documenti segreti degli Stati Uniti ricevuti dall’ex militare Chelsea Manning. La scarcerazione è avvenuta dopo diverse negoziazioni segrete che sono avvenute con Washington.

Assange ha lasciato il carcere dopo la concessione di una cauzione dall’Alta Corte di Londra. Subito dopo, l’uomo è partito dall’aeroporto di Stansted diretto verso le Isole Marianne Settentrionali. Qui Assange dovrebbe affrontare un giudice nell’ambito dell’accordo che potrebbe forse restituirgli la libertà. In questo modo l’uomo potrebbe finalmente tornare in Australia.

Termina il calvario del fondatore di Wikileaks

Sono state varie le indiscrezioni riguardo possibili accordi tra le parti. La giustizia britannica ha continuato a rinviare una decisione definitiva, mentre era noto solo che gli avvocati di Assange erano in trattativa con gli Stati Uniti per evitare che l’attivista passasse il resto della sua vita in un carcere americano.

La campagna internazionale di sostegno è stata fondamentale per mantenere accesa l’attenzione sul caso. Come ricordato da Wikileaks, è stato il risultato di uno sforzo globale che ha creato lo spazio per negoziati prolungati con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.

Negli ultimi mesi, il presidente Joe Biden aveva indicato una possibilità di accordo. Mentre diversi funzionari dell’FBI e del Dipartimento di Giustizia si erano opposti a qualsiasi intesa che non includesse una dichiarazione di colpevolezza. Secondo la CNN, i pubblici ministeri americani, ora che quest’ultima è stata ottenuta, chiederanno una condanna a 62 mesi. Quest’ultimi corrispondono ai cinque anni già scontati a Londra. In questo modo Assange avrà la possibilità di tornare subito a casa.

Fonti della Casa Bianca hanno precisato che, nonostante le trattative con il Dipartimento di Giustizia, l’amministrazione non è stata coinvolta nella decisione finale.

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