Eni Plenitude è stata recentemente colpita da una sanzione di circa 6,5 milioni di euro, imposta dal Garante per la Protezione dei Dati Personali, per pratiche di marketing telefonico illegale. Nonostante molte persone avessero negato il consenso o fossero iscritte nel Registro delle Opposizioni, la compagnia ha continuato a contattarle per promuovere i propri servizi. L’indagine del Garante ha rivelato che su 747 contratti esaminati in una settimana campione, l’88% era stato concluso con individui che avevano esplicitamente rifiutato comunicazioni commerciali. Questo ha portato a oltre 32.850 forniture attivate in modo irregolare in un anno, evidenziando gravi carenze nei controlli interni dell’azienda.
La sanzione non è stata inflitta direttamente per le azioni di Eni Plenitude, ma per la mancanza di controlli efficaci sui delegati incaricati di stipulare i contratti. Il Garante ha criticato severamente la compagnia per non aver monitorato adeguatamente le agenzie e le sub-agency responsabili delle violazioni. Il provvedimento è stato emesso a seguito di numerose segnalazioni e reclami, che hanno sottolineato la gravità delle violazioni e l’urgenza di misure correttive.
Oltre al pagamento della multa, Eni Plenitude è stata obbligata a interrompere ogni trattamento dei dati
dei consumatori che avevano espresso opposizione alle comunicazioni. La compagnia dovrà informare direttamente le 657 persone coinvolte delle misure adottate, in accordo con le disposizioni del Garante. È stato anche imposto l’implementazione di controlli rigorosi per evitare che contratti ottenuti illegalmente possano essere integrati nei sistemi aziendali.La risposta di Eni Plenitude non si è fatta attendere. La società ha difeso la propria posizione affermando di aver rispettato le normative vigenti e di aver gestito correttamente i partner commerciali. La compagnia ha dichiarato di valutare la possibilità di ricorrere contro la decisione del Garante, sottolineando il suo continuo impegno nella lotta alle pratiche commerciali illegali e nella protezione dei consumatori.
Questo caso mette in luce l’importanza della conformità alle normative sulla privacy e della gestione corretta delle informazioni personali. Il dibattito su come regolare efficacemente il marketing telefonico e proteggere la privacy dei cittadini rimane centrale, con significative implicazioni per il mercato e per la fiducia dei consumatori nelle aziende. Eni Plenitude dovrà ora lavorare per ristabilire la fiducia dei suoi clienti e garantire che in futuro vengano rispettate tutte le normative sulla protezione dei dati.