Purtroppo la grande quantità di plastica presente nei nostri mari non fa altro che far scattare continui allarmi. Esattamente come nell’oceano Pacifico, anche nel Mar Mediterraneo ci sono diverse isole di rifiuti fatti di plastica soprattutto.
Ci sono delle organizzazioni come Ocean Clenup che provano ad intervenire subito rimuovendo i rifiuti da mari ed oceani. Lo scopo è scongiurare che questi diventino pezzi sempre più piccoli. Viene chiesto dunque ausilio ai satelliti Sentinel-2 del programma Copernicus. A gestirli è la Commissione europea insieme con l’ESA. Le immagini hanno fatto venire a galla migliaia di strisce galleggianti con una lunghezza che varia tra uno e 20 km.
I satelliti disponibili non sono stati progettati per il rilevamento dei rifiuti galleggianti, ma possono certamente fotografare varie aree. Queste, che si trovano in mare, vengono identificate rapidamente e poi tocca agli accademici di riuscire a capire il tutto, sfruttando i vari supercomputer
a loro disposizione insieme ad alcuni algoritmi avanzati che servono per analizzare le immagini stesse. Queste le parole di uno degli autori dello studio, ovvero Stefano Aliani, dell’Ismar-Cnr:“Individuare grandi accumuli di rifiuti sulla superficie del mare è come trovare un ago in un pagliaio. Tuttavia, siamo riusciti a localizzare le zone più inquinate e abbiamo notato che molti rifiuti vengono trasportati in mare durante i temporali“.
Seguono le parole di Giuseppe Suaria, dello stesso istituto e co-autore della ricerca:
“L’impiego di supercomputer e algoritmi rappresenta una strategia versatile per molte applicazioni. Tuttavia, la nostra capacità di rilevamento migliorerebbe significativamente con il lancio in orbita di una tecnologia di osservazione specificamente dedicata alla plastica. Tale strumento sarebbe anche prezioso per altre questioni importanti, come il monitoraggio degli sversamenti di petrolio, la perdita di carico dalle navi, e le operazioni di ricerca e salvataggio in mare“.