L’inquinamento da plastica continua a essere una delle sfide ambientali più urgenti in tutto il mondo. L’impatto per gli ecosistemi marini e devastante e la fauna e la flora ne risentono a tal punto da scomparire, sopraffatti dalla negligenza umana verso la natura. L’Europa ha cercato con diverse misure a contrastare questa grave problematica ma con scarso successo. La situazione è grave, molto più di quanto possiate mai immaginare. Il livello di sporcizia nel nostro mare è tale da essere visibile dai satelliti nello spazio. Una cosa spaventosa.
Le immagini dei satelliti Sentinel-2 del programma Copernicus, gestito dalla Commissione europea e dall’ESA, hanno infatti fornito una visione terribile di quanta plastica sia presente nel Mar Mediterraneo. Le foto scattate dallo spazio lontano hanno svelato la presenza di strisce lunghe anche 20 km di rifiuti galleggianti. Cumuli e cumuli di plastica si raccolgono insieme uniti dalle maree e dalle correnti provenienti dalle coste e dalle stesse attività umane.
Isole e scie di plastica inquinano il nostro mare al punto da essere visibili dai satelliti
Magari il problema fosse solo delimitato nel problema Mediterraneo, forse le cose sarebbero più semplici, ma no, non è così. Nel Pacifico, la Great Pacific Garbage Patch contiene una concentrazione estremamente alta di plastica, visibile anch’essa dallo spazio. In tal caso non si tratta di strisce di rifiuti ma di vere e proprie isole di materiale accumulato. Come si son formate? Ovviamente con la dispersione irresponsabile di rifiuti nell’ambiente marino, aggravata dalle forti correnti oceaniche che concentrano i detriti in queste zone critiche.
Organizzazioni diverse stanno cercando di affrontare questo problema rimuovendo attivamente la plastica dai mari e dagli oceani, cercando di prevenire il deterioramento in microplastiche che potrebbero essere ingerite dalla fauna marina. Ciò vorrebbe dire che anche noi stessi potremmo ingerirne piccole quantità causate dalla pesca. Siamo il nostro stesso male.
L’uso dei satelliti per monitorare i rifiuti marini non è ottimale, anche se hanno provato ad essere il più precisi possibili, in quanto non sono progettati specificamente per rilevare materiali di questo tipo. Gli scienziati suggeriscono che una tecnologia di osservazione dedicata alla plastica potrebbe cambiare realmente il monitoraggio ambientale. Non si avrebbero solo vantaggi per il problema della plastica, ma anche per altre emergenze marittime come i versamenti di petrolio.