La Nasa e altre agenzie distruggeranno la Stazione Spaziale Internazionale intenzionalmente. È forse il coronamento dell’esplorazione spaziale degli ultimi anni.
Per 24 anni è stata la dimora di un equipaggio mutevole di diversi astronauti che hanno condotto esperimenti fondamentali per i viaggi nello spazio futuri e la vita sulla Terra. Quei 24 anni hanno comportato anche i primi segni di cedimento della stazione. Molti dei componenti sono invecchiati. Ad esempio, una perdita rilevata nell’agosto 2020 ha continuato a causare problemi fino a poco fa.
Nel 2021, i report dell’agenzia di stampa statale russa suggerivano l’insorgere ripetuto di problemi. “Ultimamente, le segnalazioni riguardanti i malfunzionamenti tecnici sono diventate più frequenti”. Il periodo di operatività della stazione è scaduto e le sue condizioni lasciano molto a desiderare. Anche la Nasa ha diversi piani per il suo futuro nello spazio. Si sta dirigendo verso il supporto delle stazioni spaziali private, come quelle realizzate dalla società commerciale Axiom.
L’ISS ha ancora un po’ di tempo a disposizione: la Nasa e altre agenzie si sono impegnate a sostenerla fino al 2030. Abbattere un laboratorio galleggiante che pesa 450.000 kg ed è alto più del dovuto è un sacco di lavoro. Ecco perché la Nasa ha scelto SpaceX per sviluppare un veicolo in grado di agganciarsi alla stazione spaziale e portarla sulla Terra in sicurezza, con un contratto del valore di 843 milioni di dollari. Il compito della navicella spaziale sarà quello di “deorbitare” la ISS e costringerla a disperdersi nell’atmosfera in un modo che non metta in pericolo le persone sottostanti.
“La scelta di un veicolo statunitense per la deorbitazione della Stazione Spaziale Internazionale aiuterà la NASA e i suoi partner internazionali a garantire una transizione sicura e responsabile nell’orbita terrestre bassa al termine delle operazioni in corso. “Questa decisione supporta anche i piani della NASA per le future destinazioni commerciali e consente l’uso continuato dello spazio vicino alla Terra”, ha affermato Ken Bowersox, amministratore associato della direzione delle missioni delle operazioni spaziali presso il quartier generale della NASA a Washington.
“Il laboratorio orbitale rimane un modello per la scienza, l’esplorazione e le partnership nello spazio a beneficio di tutti”. La Nasa non è sola in questo lavoro; distruggere la stazione spaziale è in realtà un processo internazionale tanto quanto lo è stata la sua costruzione. Le agenzie spaziali di Canada, Europa, Giappone, Stati Uniti e Russia gestiscono la stazione spaziale dal 1998 e sono loro che hanno la responsabilità di riportarla giù in sicurezza.
La ISS non sarà la prima grande stazione spaziale ad essere intenzionalmente distrutta una volta portata sulla Terra. In particolare, la Mir russa – all’epoca la stazione spaziale più grande e più longeva, finché non fu superata dalla ISS – fu intenzionalmente distrutta nel 2001, quando aveva raggiunto la sua fine. Mir cadde gradualmente su un’orbita più bassa prima che i propulsori venissero utilizzati per spingere la sua orbita più vicino a quella della Terra. Mentre cadeva, cominciò a frantumarsi a circa 50 miglia sopra la Terra. I detriti cadevano come previsto nel Pacifico meridionale. Nel 2021, un destino simile è toccato a Pirs, un modulo russo aggiunto alla ISS.