Con l’arrivo dell’estate purtroppo è anche periodo di incendi e quelli estivi radono al suolo sempre più aree boschive. La situazione sembra peggiorare anno dopo anno, soprattutto per via delle precipitazioni che sono sempre più scarse.
Attraverso uno studio denominato “Extreme wildfires in Canada and their contribution to global loss in tree cover and carbon emissions in 2023“, è stato possibile conteggiare il bilancio dell’anno 2023 in Canada. L’anno scorso si è stabilito un nuovo record con un’emissione di 3 miliardi di tonnellate di CO2 per via degli incendi canadesi.
Coloro che stanno partecipando alla realizzazione dello studio hanno quindi deciso di richiamare all’attenzione riguardo a questo aspetto se si vuole riuscire a raggiungere gli obiettivi climatici di Parigi.
“Queste emissioni saranno per lo più escluse dalla rendicontazione ufficiale dei gas serra presso le Nazioni Unite. Secondo le linee guida dell’ONU sui cambiamenti climatici, infatti, i Paesi possono classificare una parte del loro territorio come “non gestito”, assumendo che non sia soggetto a influenze umane dirette e, quindi, non rientri negli obiettivi dell’Accordo di Parigi relativi alle emissioni di gas serra di origine antropica. Anche se non tutti i paesi adottano questo “proxy di territorio gestito”, il Canada classifica circa il 30% delle sue foreste come non gestite, escludendole dalla rendicontazione. Inoltre, il Canada non comunica ufficialmente alle Nazioni Unite i flussi di gas serra causati dagli incendi boschivi, sostenendo che le emissioni di carbonio generate saranno in futuro bilanciate dall’assorbimento di CO₂ da parte della nuova vegetazione. Raccomandiamo ai paesi di adottare questo approccio e di rendicontare i flussi di gas serra da tutte le fonti presenti sul territorio forestale, al fine di creare un collegamento più diretto tra le osservazioni atmosferiche dei flussi di gas serra e quelli riportati alle Nazioni Unite tramite gli inventari nazionali.
“