I governi e le organizzazioni hanno profuso diversi sforzi per cercare di contrastare questo fenomeno incredibilmente pericoloso, tuttavia la pirateria continua a proliferare incontrastata.
Quello che rende la pirateria digitale così dannosa è l’enorme impatto economico che può avere su tanti settori, dal cinema, alla musica, all’editoria e tant’altro.
Negli ultimi tempi le misure atte a contrastare questo fenomeno sono aumentate a dismisura, come la creazione di campagne di sensibilizzazione, per educare il pubblico a comprendere che scaricare contenuti di questo tipo è dannoso ed è anche un crimine, creazione di leggi e regolamenti più duri e anche ricorrere a tecnologie antipirateria.
Recentemente è stato rilasciato Piracy Shield, uno strumento pensato proprio per bloccare i siti web illegali che riproducono contenuti in maniera illecita. Tuttavia, nonostante gli sforzi, anche questa soluzione pare non funzionare.
Piracy Shield è uno strumento attivo da pochi mesi in Italia pensato, tra gli altri, anche da Agcom principalmente per contrastare la visione illegale di eventi sportivi.
Nonostante le buone intenzioni dello strumento, negli ultimi mesi si sono intensificate le controversie e le polemiche legate intorno a Piracy Shield.
Le principali controversie sono legate a delle falle che sono state riscontrate nello strumento, come il blocco in maniera errata dell’IP 188.114.97.7, che ha impedito l’accesso a contenuti del tutto legali.
Dopo l’accaduto Claudflare ha inviato il seguente messaggio agli utenti: ‘Sabato 24 febbraio 2024 è stato bloccato in Italia un indirizzo IP di Cloudflare attraverso il sistema Piracy Shield del governo italiano. Come risultato di questa azione, gli utenti internet in Italia non sono stati in grado di accedere a decine di migliaia di siti web‘
In sostanza, Piracy Shield è un ottimo strumento sulla carta, ma forse dovrebbe essere ancora migliorato?