Il raggio traente potrebbe non essere più solo un sogno fantascientifico, ma una realtà spaziale che aiuterebbe nell'esplorazione del cosmo.

L’idea dei “raggi traenti“, resa celebre dalla fantascienza, potrebbe presto uscire dalla dimensione immaginaria e avvicinarsi alla realtà scientifica. Tradizionalmente, il concetto di raggio implica un flusso di particelle che si spostano da una sorgente a un obiettivo, esercitando una spinta anziché una forza di attrazione. Questo tipo di raggio spinge l’oggetto in direzione opposta a quella da cui proviene il raggio.

 

Un problema di gravità

Sulla Terra, la tecnologia attuale utilizza metodi indiretti per tirare gli oggetti, come nel caso degli aspirapolvere che aspirano l’aria davanti a un oggetto, permettendo a quello dietro di spingerlo in avanti. Questo approccio però non è applicabile nello spazio, dove l’assenza di aria rende impossibile l’uso di tali metodi.

Per affrontare la sfida di tirare oggetti nello spazio, sono stati proposti concetti alternativi. Uno di questi è il “gravity tractor“, una tecnica che prevede l’uso di una navicella spaziale in orbita vicino a un asteroide. Questa navicella utilizza l’attrazione gravitazionale reciproca per alterare la traiettoria dell’asteroide. Normalmente, la massa maggiore dell’asteroide attirerebbe la navicella, ma il gravity tractor usa propulsori ionici avanzati per mantenere la navicella costantemente davanti all’asteroide, esercitando così una forza di attrazione delicata.

La gravità, sebbene sia una forza onnipresente, è estremamente debole, e per questo l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha considerato l’uso dell’attrazione elettrostatica, che è molto più potente. Tuttavia, poiché le cariche positive e negative tendono a neutralizzarsi, l’ESA ha esplorato modi per caricare un asteroide, come ad esempio spruzzarlo con elettroni.

 

Il raggio traente spaziale

Mantenendo la navicella spaziale a una carica di circa 20.000 volt, sarebbe possibile creare un flusso di elettroni capace di funzionare come una sorta di raggio traente. Anche se promettente, questo metodo sarebbe significativamente più lento rispetto ai raggi traenti della fantascienza, rappresentando comunque un passo interessante verso l’applicazione pratica di concetti che fino a poco tempo fa sembravano pura invenzione.

 

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