La transazione ha avuto un impatto rilevante sulla struttura e sull’organico di TIM, riducendo il numero di dipendenti da 37.065 a 17.281. L’operazione consente inoltre all’operatore di ridurre significativamente il proprio indebitamento finanziario. Si prevede infatti un deleverage – ovvero una diminuzione del livello di indebitamento – di 14,2miliardi di euro lordi, che scendono a 13,8miliardi netti considerando i costi di separazione stimati in 400milioni.
Per regolare i rapporti post–cessione, le due aziende hanno stipulato un Master Service Agreement (MSA) di durata quindicennale, rinnovabile per ulteriori 15anni
. Tale accordo garantirà una continuità operativa e una collaborazione strutturata tra le due entità. Inoltre, permetterà a TIM di mantenere un ruolo centrale nel mercato italiano.Pietro Labriola, Amministratore Delegato, ha sottolineato l’importanza strategica di tale operazione. La cessione permetta a TIM di allineare la gestione ordinaria con soluzioni industriali e finanziarie innovative. Ciò pone le basi per affrontare con successo le sfide future. La transazione segna un nuovo inizio, realizzato rispettando tutti gli obiettivi e le tempistiche annunciate, e mira a rafforzare la fiducia di dipendenti, clienti e azionisti.
La decisione di separare l’infrastruttura dai servizi pone TIM all’avanguardia in Europa, garantendo uno sviluppo rapido e sostenibile dell’infrastruttura stessa. Ciò permette all’operatore di rimanere l’operatore di riferimento in Italia, offrendo servizi innovativi sia nel segmento fisso che mobile, a beneficio di famiglie, Pubblica Amministrazione e imprese.
Con una struttura finanziaria più solida e un focus rinnovato sulle componenti industriali e commerciali, TIM è posizionata per competere efficacemente nel mercato delle telecomunicazioni, mantenendo un ruolo preminente e continuando a innovare nell’offerta di servizi ai propri utenti.