Il Garante ha portato la questione all’attenzione del Presidente del Consiglio e del Ministro della Salute. Inoltre, ha dichiarando che è necessario intervenire con urgenza per proteggere i diritti dei cittadini e dei loro dati sanitari.
Il problema principale risiede nella mancata conformità di alcune regioni e province autonome rispetto alle disposizioni stabilite dal decreto del 7 settembre 2023. Tali regioni e province hanno infatti adottato versioni modificate dell’informativa del Ministero, che avrebbero dovuto essere uniformi su tutto il territorio nazionale.
L’attività istruttoria condotta dal Garante ha rivelato che le difformità nelle informative adottate hanno determinato una protezione non uniforme
dei diritti dei pazienti. Tra cui il diritto all’oscuramento dei dati, la delega, e il consenso specifico. Inoltre, vi sono state irregolarità nelle misure di sicurezza, nei livelli di accesso differenziati, e nella qualità dei dati. Tali disparità compromettono l’uniformità della protezione dei dati prevista dal FSE 2.0 e generano una situazione di potenziale discriminazione tra i cittadini di diverse regioni.Il Garante sottolinea che tale scenario contraddice lo spirito del FSE 2.0. Il nuovo sistema dovrebbe garantire un trattamento equo e sicuro dei dati sanitari di tutti i cittadini italiani. Indipendentemente dalla loro regione di residenza.
Il Garante ha chiesto un intervento tempestivo e risolutivo dalle autorità. L’obiettivo è assicurare che il FSE 2.0 rispetti i diritti di tutti i pazienti senza discriminazioni. A tal proposito, è necessario che le misure di sicurezza e le garanzie siano applicate in modo uniforme in tutta la Penisola.