Una compagnia elettrica in Cina ha annunciato l’intenzione di costruire il più grande agglomerato di pannelli solari al mondo, per alimentare una media di 6 milioni di case.
Il progetto da 8,5 miliardi di sterline sarà portato a termine nella regione della Mongolia Interna, nel nord della Cina. Permetterà di distribuire elettricità al cluster urbano di Jing-Jin-Ji, composto da Pechino, Tianjin e Hebei. L’impianto da 8 gigawatt rappresenta più della metà dell’intera capacità di pannelli solari installati nel Regno Unito e può alimentare milioni di case.
Il progetto energetico comprenderà anche 4 GW di energia eolica, 4 GW di energia ricavata dal carbone e 200 MW di altre fonti, oltre ad ulteriori 5 GWh da aggiungere per lo stoccaggio di energia. Gestito dal gruppo cinese Three Gorges Renewables, la costruzione di questo agglomerato dovrebbe iniziare a settembre di quest’anno e diventare operativa entro giugno 2027. I piani per il nuovo impianto sono stati annunciati poche settimane dopo l’attivazione di un complesso da 5 GW nella provincia nord-occidentale dello Xinjiang, al momento il più grande impianto solare operativo al mondo. Coprendo 200.000 acri in una regione desertica, il vasto parco solare occupa lo stesso spazio di New York City.
Circa 6 milioni di case alimentate grazie ai pannelli solari, la Cina annuncia un nuovo progetto da record
La Cina ha installato più pannelli solari di qualsiasi altro Paese, con oltre 600 GW collegati a novembre 2023. Il Paese sta inoltre continuando ad aumentare la propria potenza nel settore, commissionando lo scorso anno tanti progetti quanti tutti quelli degli altri Paesi al mondo messi insieme. “L’aumento dell’energia rinnovabile in Europa, Stati Uniti e Brasile ha raggiunto i massimi storici. Nel frattempo i passi avanti della Cina sono stati straordinari”, ha osservato l’IEA in un recente rapporto sulle energie rinnovabili. “Il ruolo della Cina è fondamentale nel raggiungere l’obiettivo globale di triplicare le energie rinnovabili. Si prevede che il Paese installerà più della metà della nuova capacità richiesta a livello globale entro il 2030”.