L’avanzare della tecnologia ha portato a svariate novità anche nel settore degli elettrodomestici. Quest’ultimi stanno diventando sempre più smart. Dettaglio che favorisce una maggiore efficienza energetica. C’è solo un punto a sfavore: i prezzi che spesso sono troppo elevati e poco accessibili. Per superare tale difficoltà, la Lega ha proposto il Bonus Elettrodomestici. Quest’ultimo ha tre obiettivi principali. Ridurre la spesa energetica con l’acquisto di elettrodomestici più efficienti, incentivare il corretto smaltimento e riciclaggio di quelli vecchi, e rivitalizzare il mercato. Quest’ultimo, infatti, sta attualmente registrando un calo significativo delle vendite.
La normativa è in esame alla Commissione Attività Produttive della Camera. Prevede un bonus di 100euro per l’acquisto di nuovi elettrodomestici. È indirizzato alle famiglie con un ISEE di 25.000euro o superiore. Per quelle con un reddito inferiore, l’incentivo sale a 200euro. In entrambi i casi, per ottenere il bonus è necessario riciclare o smaltire un elettrodomestico dello stesso tipo ma con una classe energetica inferiore.
Nuovo Bonus Elettrodomestici: quando verrà rilasciato?
La proposta di legge, presentata da Alberto Luigi Gusmeroli (Deputato Lega Nord), include una lista di dispositivi eleggibili. Lavatrici e lavasciuga di classe energetica A, lavastoviglie di classeC o superiore, e frigoriferi e congelatori di classeD o maggiore. Ogni bonus è utilizzabile per un solo acquisto per ogni tipo di elettrodomestici.
L’iniziativa prevede un finanziamento di 400milioni di euro all’anno per tra anni (2023-2025). Il tutto per un costo totale di 1,2miliardi. La proposta è ancora in fase di disegno di legge. Necessita della doppia approvazione di Camera e Senato. I parlamentari leghisti stanno cercando di accelerare l’iter legislativo. Lo scopo è quello di ottenere almeno una prima approvazione della Camera entro la fine dell’estate. La proposta passerà poi al Senato. Quest’ultimo potrebbe proporre modifiche o accettarla integralmente.
In caso di variazioni, quest’ultime dovranno essere di nuove esaminate e approvate dalla Camera. Potrebbero esserci ulteriori cambiamenti e rimandi finché non verrà raggiunto un consenso definitivo. Infine, la norma passerà al vaglio del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, incaricati di stabilire i criteri, le modalità e i termini per l’erogazione del contributo.